PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

La musica su carta rinasce per infinite vite

A Palazzo Bentivoglio la presentazione degli Spartiti ’Due Qui/To Hear’: dall’opera di Bartolini per la Biennale alle partiture sonore

La musica su carta rinasce per infinite vite

A Palazzo Bentivoglio la presentazione degli Spartiti ’Due Qui/To Hear’: dall’opera di Bartolini per la Biennale alle partiture sonore

Dedicare la propria attenzione all’ascolto, focalizzarsi su un suono per poi perdersi nel flusso ininterrotto di una musica che diventa parte integrante dello spazio che la ospita, ridefinendone gli ambienti. Succede, con ’Due qui/To Hear’, la seducente opera di Massimo Bartolini, che occupa uno degli spazi più ampi dell’Arsenale, Le Tese delle Vergini alla Biennale d’Arte di Venezia 2024, casa del Padiglione Italia. Un lavoro nel quale la partitura sonora ha un ruolo centrale, ci ricorda quanto sia necessario oggi conoscere, approfondire la bellezza delle diversità.

Una installazione che diventa adesso ‘riproducibile’, grazie a SZ Sugar che ha pubblicato gli spartiti delle pagine scritte da musicisti di fama internazionale che verranno presentati oggi, alle 17 nei sotterranei di Palazzo Bentivoglio (via del Borgo di San Pietro, 1). Saranno presenti Massimo Bartolini, Caterina Barbieri, bolognese, una delle autrici, Francesca Verga, assistente curatrice del Padiglione Italia 2024 e Anna Leonardi, direttrice editoriale di SZ Sugar.

"La scelta di Caterina Barbieri – dice Bartolini, che è docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna – così come quella di Kali Malone e Gavin e Yuri Bryars (gli altri compositori coinvolti) è stata una scelta collegiale tra me e il curatore del Padiglione, Luca Cerizza. Sono dei grandissimi musicisti che suonano con i riverberi, che altro non sono che la voce dello spazio. Caterina Barbieri dà un corpo agli elettroni, puoi sentirli scontrarsi e rincorrersi tra loro. La musica di Kali è l’ aria mossa, il dividersi e ricongiungersi degli armonici nel corpo di chi ascolta. Nella musica di Bryars c’è una delicatezza e una misura che ti donano una commozione che non ha oggetto nè scopo, se non quello di farti sciogliere nel mondo".

"Io e Kali Malone – racconta Caterina Barbieri – abbiamo integrato concetti di dualità e ascolto nella nostra composizione per il padiglione italiano ’Mute Vette (A Reflection That Shines From One Mind Upon Another)’ ispirandoci alla tecnica antichissima dell’antifona. Questa infatti ha una grande storia a Venezia che aveva senso evocare, anche per la costruzione tecnica dell’installazione sonora, che prevede la presenza di due cilindri-organi disposti ai due lati opposti del padiglione. Il dualismo dell’architettura si riflette dunque anche nelle geometrie musicali scelte da me e Kali, che si ispirano al Codice Morse e alla comunicazione ottica dell’eliografo, evocando l’idea di ascolto profondo e comunicazione a distanza che permeano tutta l’installazione e il lavoro di Massimo".

"L’idea di questo progetto – continua Anna Leonardi – nasce dal fatto che il suono permea le stanze del Padiglione Italia di quest’anno, e si fonde con l’installazione di Massimo Bartolini, immaginata insieme al curatore Luca Cerizza, creando così un’opera d’arte totale. In qualche modo abbiamo pensato di lasciare alla storia una parte di questa opera. Lo spartito è un modo per riprodurre la musica e ’fissare’ quello che è stato il pensiero dietro al progetto artistico e completa in maniera originale la guida del Padiglione". Gli spartiti sono pubblicati in due edizioni, una delle quali a tiratura limitata di 150 copie che contengono anche 7 disegni realizzati a lapis su carta da Bartolini. Insomma, punto di partenza e e restituzione su carte delle esperienze sonore che, create per strumenti e contesti spaziali specifici, ora possono vivere infinite vite.