REDAZIONE BOLOGNA

La musica racconta la città

In Salaborsa uno spazio permanente dedicato ai protagonisti e alle canzoni

Dalla canzone d’autore alla scena punk che generò artisti come i CCCP, dalle avanguardie elettroniche, sedimentatesi grazie alla storica cattedra di musica applicata del Conservatorio, alla meta privilegiata di grandi jazzisti, come Chet Baker, Bologna è una città dove la musica popolare ha raccontato le trasformazioni sociali, scandendo il ritmo del cambiamento. Una storia avventurosa narrata adesso dalla Sala della Musica, che inaugura lunedì al secondo piano di Sala Borsa, in uno spazio intitolato al poeta e primo paroliere di Lucio Dalla, Roberto Roversi. Nata da un’idea del trombettista Paolo Fresu, l’installazione offre un percorso espositivo permanente, la direzione scientifica è del giornalista Gianni Sibilla, che, attraverso immagini, foto, testi, suoni e canzoni, documenta quello che è successo (e che succede) per le strade del capoluogo emiliano.

Un viaggio che inizia nel secondo dopoguerra, con l’urbanizzazione veloce, la campagna che si avvicina ai centri urbani, la scoperta del tempo libero, con le serate delle grandi orchestre della ‘scena della filuzzi’, la musica delle radici creata da Leonildo Marcheselli. E poi l’avvento del jazz, con i festival che portano a Bologna i più importanti esponenti del suono afro americano, sino alle balere, la vera formazione per tutti quegli artisti che poi daranno vita alla scuola della canzone d’autore bolognese, che passa anche per luoghi come la trattoria da Vito e Fonoprint. Tutto questo è evocato in maniera semplice, volutamente didascalica, grazie a pannelli che ricostruiscono le varie tappe, cercando di inquadrarle nell’epoca e negli avvenimenti che in quelli anni si svolgono.

Sul lato opposto del corridoio campeggiano invece grandi foto che ritraggono i club che hanno permesso ai tanti musicisti di fare della propria passione un lavoro, contribuendo a rendere attrattiva Bologna. In mezzo, una piccola successione di piramidi, che testimoniano il ruolo dei protagonisti più rilevanti, con immagini che cambiano in continuazione. E, siccome di musica si tratta, la Sala è preceduta da un ambiente che ne contiene lo spirito vero, le canzoni, offrendo una vasta playlist di 400 brani, spaziando dal Bologna Rock del dopo 77 degli Skiantos e della nascita del demenziale ai cantautori, dalle cantine della ricerca e della sperimentazione agli idoli pop come Morandi e Dalla.

Pierfrancesco Pacoda