Linda, ma come si affaccia una ragazza della sua età alla musica classica?
"Io ho iniziato ammirando mia sorella: è stata lei a ispirarmi e devo dire che è merito suo. Ho cominciato con la sua insegnante, Michela Tintoni, prima facevo danza classica… Poi è cambiato tutto (sorride, ndr)".
Ventidue anni e una passione sconfinata per la musica e il violino, unita a talento, determinazione e impegno. Doti che l’hanno portata e la portano tutt’ora a suonare in giro per il mondo. Linda Guglielmi Salis, bolognese trapiantata a Lugano per frequentare il Conservatorio della Svizzera italiana, suonerà venerdì nel complesso delle Sette Chiese per un concerto-evento, in collaborazione con l’associazione ’Conoscere la musica’, a seguito di una visita guidata con il circolo Il Chiostro alla Compagnia dei Lombardi: una delle più antiche istituzioni bolognesi, attiva dalla metà del dodicesimo secolo (ritrovo davanti alla chiesa di Santo Stefano alle 15,30, per partecipare occorre essere soci del circolo). Si esibirà con un violino donato dalla Fondazione Monzino di Milano, perché "ovviamente gli strumenti musicali hanno un costo molto elevato – spiega lei –, soprattutto ad alti livelli".
Dicevamo, ha iniziato a suonare già da bambina…
"Intorno ai 10 anni ho cominciato a prendere lezioni e mi sono subito appassionata. Mi chiudevo in camera e provavo per tutto il giorno. Poi ho iniziato il Conservatorio qui in città, un percorso bellissimo, prima di trasferirmi in Svizzera per studiare ancora".
Bologna ha contribuito a questa passione?
"Sicuramente: è una città molto musicale. Dal Comunale alle altre realtà orchestrali e di musica da camera, oltre alle masterclass: le opportunità insomma ci sono".
La scelta di trasferirsi all’estero da cos’è stata dettata? È un passo necessario, spesso, per un giovane musicista?
"Sì, personalmente credo sia importante fare esperienze fuori dall’Italia. Il Conservatorio che ora frequento è molto prestigioso, ci sono maestri di violino eccellenti, come il mio attuale insegnante Klaidi Sahatçi. Spero, però, di tornare a Bologna una volta conclusa questa strada: è il mio posto del cuore e vivere sotto le Due Torri è una priorità per me".
A livello di repertorio, cosa le piace?
"A differenza di altri musicisti classici, magari più chiusi nel proprio ambiente, a me interessa esplorare anche generi diversi. Lo trovo stimolante. Non solo musica classica, quindi, ma anche artisti più moderni, fino al pop. Collaboro con alcuni cantanti e in futuro realizzeremo insieme dei progetti".
Ma è vero che oggi i giovani non vogliono più dedicarsi alla Classica?
"Uno dei miei obiettivi è proprio quello di invitare la mia generazione ad ascoltare più musica classica e, soprattutto, ad avvicinarsi agli strumenti".
C’è disaffezione, dunque?
"Più che altro vorrei far capire ai giovani che dietro c’è un mondo meraviglioso, che oggi è diventato la mia vita. E non potrei esserne più felice. Spesso i miei coetanei nutrono un pregiudizio verso la musica classica, non sono molto informati e non la conoscono. Poi, però, appena si lasciano trasportare, tutto cambia e si ricredono. Ecco: con la mia musica vorrei far scoprire loro proprio quello che a primo impatto non si nota, ma regala emozioni incredibili".