CLAUDIO CUMANI
Cronaca

La mostra di Ai Weiwei. Il curatore Galansino: "La sua arte dirompente invaderà Palazzo Fava"

Tutto pronto per l’esposizione promossa dalla Fondazione Carisbo. L’attivista cinese sarà presente all’inaugurazione e agli eventi in città.

La mostra di Ai Weiwei. Il curatore Galansino: "La sua arte dirompente invaderà Palazzo Fava"

Tutto pronto per l’esposizione promossa dalla Fondazione Carisbo. L’attivista cinese sarà presente all’inaugurazione e agli eventi in città.

La domanda è rimasta senza una risposta precisa. Quando Ai Weiwei ha chiesto, come ultimo dei suoi 81 quesiti all’Intelligenza Artificiale, ‘Who am I?’ (io chi sono?) non c’è stato un responso chiaro. Perché quella domanda, al termine di una conversazione pubblica diffusa nei maxischermi di tutto il mondo, lambiva un territorio indefinibile. ‘Who am I?’ si intitola appunto l’attesissima mostra dedicata all’artista cinese in programma dal 21 settembre al 4 maggio a Palazzo Fava, promossa dalla Fondazione Carisbo e prodotta, in collaborazione con Galleria Continua, da Opera Laboratori, partner selezionato dalla Fondazione per la gestione del nuovo corso di Genus Bononiae, il circuito museale che racchiude, quale palazzo delle esposizioni, anche lo scrigno storico in via Manzoni. Curatore dell’esposizione è lo storico e critico d’arte Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze: lui lì organizzò nel 2016 una celebre mostra dedicata a Ai Weiwei che risultò l’evento di arte contemporanea di maggior successo mai realizzato in Italia. Quella di Bologna sarà tutt’altra cosa. "Perché – spiega Galansino – la ricerca dell’artista è andata avanti e nuovi temi sono emersi. L’esposizione comprenderà comunque un’ampia gamma di opere legate a diversi periodi". Classe 1957, pechinese, attivista, designer, architetto, regista e molto altro ancora, Ai Weiwei verrà a Bologna: parteciperà alla conferenza stampa di presentazione e ad altri eventi in via di definizione.

Professor Galansino, in che modo sarà articolato il percorso espositivo? Ci sarà, come a Palazzo Strozzi, un’installazione sulla facciata di Palazzo Fava?

"La mostra si intitola ‘Who am I?’ perché vuole presentare la complessità del linguaggio e delle tematiche toccate dall’artista e mostrare la varietà e la ricchezza del suo lavoro. Non ci sarà nessuna installazione d’arte pubblica, come invece facemmo sulla facciata di Palazzo Strozzi, ma l’arte dirompente dell’artista cinese invaderà Palazzo Fava, anche fuori dai consueti spazi espositivi. Palazzo Fava, un monumento straordinario, verrà riscoperto attraverso l’arte contemporanea: dalle grandi installazioni ai piccoli oggetti, video e foto, quadri a parete e sculture. Non sarà un percorso storico ma tematico, in modo da essere fruibile e capace di esaltare spettacolarità delle opere".

Come conciliare un luogo come Palazzo Fava con i nuovi linguaggi?

"Il nostro grande patrimonio storico artistico deve essere il punto di partenza e il punto di arrivo, non trovo corretto l’utilizzo di luoghi storici in modo esclusivamente spettacolare e decontestualizzato. Nel caso di Palazzo Fava abbiamo cercato di curare una connessione con la tradizione pittorica bolognese a partire dai fregi affrescati dai Carracci e dalla loro scuola. Bisogna rispettare il passato cercando di riscoprire la sua attualità attraverso il lavoro degli artisti di oggi".

Da Firenze a Bologna corre dunque la via del contemporaneo?

"Nel mondo della cultura non ci sono competitor ma alleati. Palazzo Strozzi ha cambiato in senso contemporaneo l’identità di Firenze, la culla del Rinascimento, richiamando ogni anno diverse centinaia di migliaia di visitatori attratti da un’offerta d’arte contemporanea di livello internazionale. Bologna possiede già un Dna contemporaneo, viste le importanti istituzioni museali, fieristiche e le fondazioni private che operano sul suo territorio. Confido che questo nuovo corso di Palazzo Fava, grazie a una programmazione di qualità, possa contribuire ad arricchire l’offerta contemporanea nel nostro paese".