"La mia vita con gli animali". Il sogno reale di Elisa Berti

Presenta oggi in Salaborsa ’Come il respiro del vento’, storia di Monte Adone. Figlia dei fondatori del Centro per la tutela e il recupero della fauna selvatica .

"La mia vita con gli animali". Il sogno reale di Elisa Berti

"La mia vita con gli animali". Il sogno reale di Elisa Berti

"In molti ci chiedevano: ’Ma chi ve lo fa fare? Cosa ci guadagnate?’ Economicamente niente, anzi. Penso la risposta vera sia che da subito abbiamo creduto fortemente nella nostra missione, e trasferendoci avevamo fatto una scelta di vita". Scrive così Elisa Berti nel suo libro ‘Come il respiro del vento’, che presenta oggi alle 18, con Davide Burchiellaro, in Salaborsa, nell’ambito della rassegna ’Le voci dei libri’. È la storia del Centro Monte Adone per il recupero della fauna selvatica (che oggi Elisa dirige), a Sasso Marconi, nato nel 1989 da un’idea di Mirca e Rudi, i suoi genitori. Insieme hanno fatto, appunto, una scelta di vita. Quella di diventare, come li ha definiti Sky in una docuserie di successo, "la famiglia salvanimali".

Elisa Berti, ci spiega il titolo che ha voluto dare al libro?

"È arrivato di pancia, un po’ come i nomi che scegliamo per i nostri animali. E nel libro parlo di uno di loro, un lupo che abbiamo chiamato Vento. Poi vi è un senso metaforico, di inafferrabilità del vento, che è come l’energia di questi animali, si insinua dappertutto. Il vento poi può essere violento, ma anche molto delicato, ed è l’impatto che io e i volontari abbiamo entrando nel centro. Si respira un’aria unica qua".

Il centro nasce da un’idea dei suoi genitori nel 1989, poi diventate associazione nel 1993: ora siete una famiglia allargata...

"Sì esatto, abbiamo i volontari che lavorano con noi, circa una quarantina ’fissi’ e molti altri che svolgono un periodo di tirocinio o di servizio civile. Collaboriamo con numerosi atenei dal nord al sud dell’Italia, e con la Regione per avvisi di servizio civile che circa due volte all’anno vengono aperti. Nel libro ho inserito alcune riflessioni che i volontari ci hanno lasciato negli anni. Abbiamo un diario in cui le conserviamo, e ne ho estrapolata qualcuna: credo che diano il senso di come ognuno di loro abbia vissuto quest’esperienza come un’ opportunità per guardarsi dentro".

Al momento siete in cerca di volontari?

"Assolutamente sì, anche perché dopo gli anni del Covid il numero di richieste è diminuito moltissimo. Da qualche giorno è aperto un avviso di servizio civile della Regione, che chiuderà il 15 luglio, e ci auguriamo di avere un buon numero di adesioni".

Che tipologia di animali salvate, e circa quanti ne avete in cura ogni anno?

"Salviamo circa un migliaio di animali selvatici all’anno, ed essendo in Appennino abbiamo lupi, cervi, daini, caprioli, istrici, ricci, ma ci capitano a volte anche gli animali esotici sequestrati per maltrattamento o detenzione illecita".

Alice Pavarotti