
The Musical Box, l’unica band autorizzata dallo stesso Peter Gabriel, ricrea un mondo sul palco
"But the clock, tick-tock…". Il ticchettio del tempo scivola sull’epopea dei Genesis senza infrangerne i sogni sospesi grazie anche alla perfezione formale con cui i canadesi The Musical Box continuano a ricostruirne gli spettacoli. Un viaggio immersivo nella ’golden era’ di Peter Gabriel & Co. caratterizzato dalla cura maniacale di ogni dettaglio che approda stasera al teatro Celebrazioni con la replica (più originale dell’originale) del tour arrivato nel 1972-73 a ridefinire la concezione di ’live’ consegnando a Peter Gabriel & Co. quella statura internazionale legittimata da album come ’Nursery Crime’ e ’Foxtrot’. A parlarne è il frontman Denis Gagné, avatar dello stesso Gabriel.
Quali sono le differenze tra Genesis Live e gli spettacoli successivi di Gabriel & Co.?
"Genesis Live è stato l’inizio. Lo show che ha trasformato i Genesis in un gruppo teatrale, rivoluzionando il modo di mettere in scena il rock. Maschere e costumi, infatti, creavano con luci e scenografie un’atmosfera unica; vere e proprie performance di teatro contemporaneo con una perfetta integrazione di suoni e visual da cui i live a venire non avrebbero più potuto prescindere".
Peter Gabriel racconta spesso la sorpresa provata dalle figlie ad un vostro spettacolo.
"Peter tenne alcune maschere originali dello show e ci sono diverse foto in cui le usa per giocare con Melanie e Anna-Marie bambine... Sono sicuro pure che in famiglia abbiano visto filmini dei suoi spettacoli coi Genesis, ma ritrovarselo davanti in carne ed ossa sul palco di un teatro che l’applaude e lo incita come in un viaggio nel tempo deve essere stata una bella esperienza pure per loro. Un collaboratore di Gabriel ha ammesso che, averlo al fianco durante un nostro concerto, gli dava la sensazione estraniante di vederlo contemporaneamente in due posti diversi".
In 32 anni di attività, ben 20 musicisti si sono alternati nella formazione di The Musical Box. La forza del progetto, dunque, è più forte delle sue individualità?
"Credo proprio di sì. Dopotutto, The Musical Box non è una ‘celebrazione’ dei suoi membri, ma della creatività dei Genesis. Naturalmente, abbiamo sempre puntato su ottimi musicisti, visto che per suonare certa musica servono delle capacità. Ecco perché sono molto soddisfatto al pensiero di avere probabilmente in tour la migliore formazione di sempre".
Quanto è importante, a suo avviso, l’imprinting lasciato nel fan dalla prima canzone dei Genesis ascoltata?
"A me ha cambiato la vita. Ricordo, infatti, che rincasai mentre mio fratello aveva sullo stereo una copia di ‘Foxtrot’ prestatogli da un amico e la camera era inondata dalle note di ‘Supper’s Ready’. Mi mise tra le mani la copertina del disco in modo che potessi seguirne il testo e se ne andò. Penso di aver ascoltato quel pezzo almeno tre volte al giorno per mesi. Inutile dire che ancora oggi è il mio preferito del sacro repertorio".
Pensa che nel 2022 ’The Last Domino? Tour’ sia stata l’ultima avventura live dei Genesis?
"Nonostante il punto interrogativo del titolo, credo proprio di sì. Non riesco ad immaginare i Genesis in concerto senza Phil Collins e, con i problemi fisici che ha dovuto affrontare negli ultimi anni, non penso che abbia voglia di sobbarcarsi troppi impegni live. Penso che quella sia stata l’ultima tournée dei Genesis così come potrebbe esserlo stata quella del 2023 per Peter Gabriel, che ha appena compiuto 75 anni e non lo vedo dividersi tra palchi e aerei ancora per molto".