"In cammino per un bene Maggiore", dice Andrea Babbi dal bar Vittorio vista San Petronio, da dove lancia lo slogan giocando sul nome della piazza bolognese per la sua candidatura alle Regionali del 17 e il 18 novembre.
"A volte si dice il male minore, ma a me piace pochissimo, per cui mi sfido e ci sfidiamo per un bene maggiore", esordisce tra amici, sostenitori e nomi noti della politica e non solo (dall’ex ministro Piero Gnudi al massmediologo Roberto Grandi; dalla sindaca di Lizzano Barbara Franchi, alla ex prima cittadina Elena Torri; dal consigliere comunale made in Acli Filippo Diaco, ad Alessandro Alberani, direttore della Logistica etica di Interporto). Ex direttore generale di Enit, l’Agenzia nazionale del turismo, già dg di Confcommercio Emilia-Romagna, viene dall’incarico alla Petroniana viaggi, l’agenzia della Curia capace di portare in tempo di guerra 60 pellegrini dall’Italia a Gerusalemme e Betlemme, e si definisce "l’uomo del dialogo". "Sarà uno dei nomi più autorevoli della mia lista", dice il candidato di centrosinistra Michele de Pascale, che ha voluto essere in piazza Maggiore con Babbi per tirare la volata al candidato di ’Civici, con De Pascale presidente’. Imprenditore e consulente d’azienda specializzato nei settori del turismo, del terziario e dei servizi alle imprese, Babbi ha ricoperto incarichi in aziende private, pubbliche, governative, in associazioni, banche, consorzi, cooperative, Enti e Fondazioni. Non solo. Venendo da Cielle, assesta anche un bel ‘colpo’ al campo di centrodestra, visto che la candidata Elena Ugolini viene da quel mondo lì.
In piazza Maggiore Babbi dettaglia i punti chiave della sua corsa: dalla logistica (è nel cda di Interporto, ndr) al turismo, "mio primo amore". E, da qui, punta sull’idea di creare a Bologna "l’università della logistica, sfruttando la presenza del supercomputer Leonardo. È assurdo che ogni giorno arrivino dieci pacchi di Amazon nello stesso condominio. Proviamo a togliere nove di quelle dieci consegne". De Pascale ricorda l’amicizia con Babbi che "conosco da quando ero assessore al Turismo in riviera e lui era il numero uno dell’Apt", e il civico ricorda le sue origini ravennati, tra sorrisi e comunione d’intenti. "In questa lista voglio coinvolgere le migliori capacità", dice de Pascale, "per portare più gente possibile alle urne", battendo l’astensionismo che, ammette, "mi preoccupa".
Glissa sulla possibilità di far entrare nella sua lista civica nomi di Italia Viva per ricomporre la frattura con il M5s, ma si dice fiducioso sul futuro del campo largo, almeno in Emilia-Romagna: "Non butto dalla torre nessuno, né M5s, né Iv e nemmeno Ugolini…". Poi, riferendosi a Babbi, "regista del pellegrinaggio di pace in Terra Santa", scherza sui dolori del campo largo: "Sono un pacifista anche io". E alla vigilia dell’evento sulla Fabbrica del programma all’Opificio Golinelli, dove si spera in un primo disgelo tra pentastellati e renziani, il candidato alla presidenza della Regione, insiste: "Sono al lavoro perché rimangano tutti, troveremo il modo. Ma ora parliamo di Emilia-Romagna". Il M5s, via Marco Croatti e Gabriele Lanzi, è ottimista che "il confronto, anche aspro, rientrerà rapidamente e si troverà una strada giusta". Ma il ’niet’ a Iv resta invariato: "Non si riesce a capire per quale motivo i vertici Pd continuino a volere ancora Matteo Renzi al proprio fianco". Pensa positivo anche il sindaco Matteo Lepore: "Piena fiducia in de Pascale".