CHIARA; CARAVELLI
Cronaca

La grazia a Patrick Zaki L’abbraccio della città "Una grande gioia, ora Bologna ti aspetta"

La decisione di Al Sisi arriva dopo la condanna in Egitto a tre anni. Tutto il mondo politico si stringe al ricercatore dell’Università. Il cardinale Zuppi: "Spero di poterlo incontrare presto di persona".

La grazia a Patrick Zaki  L’abbraccio della città  "Una grande gioia,  ora Bologna ti aspetta"

La grazia a Patrick Zaki L’abbraccio della città "Una grande gioia, ora Bologna ti aspetta"

di Chiara

Caravelli

Patrick Zaki è un uomo libero. E da quanto riferito dalla premier Giorgia Meloni, oggi sarà di nuovo in Italia. Tre anni e cinque mesi dopo l’arresto all’aeroporto del Cairo del febbraio 2020, la storia del ricercatore, neo laureato all’Alma Mater, ha avuto finalmente un lieto fine. Ieri, infatti, il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi gli ha concesso – fondamentale in questo senso il lavoro di mediazione svolto dalla premier Giorgia Meloni – la grazia. Una notizia tanto sperata, quanto incerta soprattutto dopo la sentenza che, ventiquattro ore prima, lo aveva condannato, senza possibilità di appello, ad altri tre anni di reclusione.

L’accusa, per lui, era di diffusione di false notizie per la pubblicazione di un articolo del 2019 nel quale il giovane ricercatore riportava alcune persecuzioni e discriminazioni subite dalla comunità copta egiziana. Se il presidente egiziano non gli avesse concesso la grazia, Zaki avrebbe dovuto passare altri quattordici lunghissimi mesi in una cella del carcere di Mansura. Ora, invece, quel sogno di tornare in Italia, nella sua Bologna, è sempre più vicino. Una Bologna che oggi può tornare a sorridere, dopo la tristezza e la rabbia che nei giorni scorsi avevano accompagnato la decisione del tribunale egiziano.

"È una grande gioia per Bologna – le prime parole del sindaco Matteo Lepore – spero significhi abbracciarlo presto e riaverlo in città. Bisogna ringraziare anche tutti gli attivisti che si sono spesi per Patrick Zaki, Amnesty, il rettore, la professoressa Rita Monticelli, i governi che si sono succeduti e anche l’ultimo esecutivo, che ha dialogato con l’Egitto. Attenderemo Zaki in Comune, speriamo presto, dove gli consegneremo la cittadinanza onoraria che gli abbiamo conferito, staccheremo insieme lo striscione che avevamo affisso per chiedere la sua liberazione e lo accoglieremo con una grande festa popolare in Piazza Maggiore". Si rallegra, da Washington, anche il cardinale e presidente della Cei, Matteo Zuppi: "Una grande gioia nell’attesa di poterlo presto incontrare per condividere con lui la fede e la speranza".

Immancabile l’abbraccio del mondo politico. "Grazie all’intervento del governo – dichiara il viceministro Galeazzo Bignami – si risolve una questione rimasta per anni irrisolta. Ennesima smentita di chi accusava l’Italia del governo Meloni di essere isolata e inascoltata. Siamo pronti a riabbracciare Zaki nella nostra Bologna". Per la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, "è un risultato importantissimo ottenuto anche grazie al lavoro di politica estera del nostro governo". Il senatore Pier Ferdinando Casini affida ai social la sua gioia: "Finalmente libero di tornare a Bologna! Ti aspettiamo Patrick, nella città della tua laurea!", scrive in un post sulla sua pagina Facebook.

Un commento social anche per il governatore Stefano Bonaccini che parla di "notizia più bella" tra quelle che potevano arrivare. "La grazia – scrive – non cancella certo il calvario che ha dovuto subire, ma adesso prevale la gioia sua e della sua famiglia. E di tutta Bologna, dell’Alma Mater e dell’intera comunità regionale. Grazie a tutti coloro che si sono adoperati per la sua libertà, ai tantissimi chi si sono mobilitati, al governo italiano e all’attività dei nostri diplomatici. Speriamo di poterlo riavere presto qui, per accoglierlo con un enorme abbraccio".

Soddisfazione anche nelle parole della segretaria del Pd, Elly Schlein, che twitta: "La grazia a Patrick Zaki è una bella notizia. In tante e tanti ci siamo mobilitati in questi anni per la sua libertà. Speriamo di riabbracciarlo presto". Sempre in casa dem, non si fa attendere il commento del deputato Andrea De Maria: "Una notizia bella e importante quella della grazia a Patrick Zaki. La mobilitazione delle nostri istituzioni e di tutta Bologna è servita. Finalmente finisce un lungo e ingiusto calvario".

Un calvario giudiziario durato più di tre anni, con continui rinvii e poche possibilità di arrivare a un’assoluzione. Fino a ieri, fino al momento che tutti aspettavano. Ora Bologna si prepara ad accogliere, di nuovo, il suo ricercatore. Perché sotto le Due Torri tutti aspettano il suo ritorno, anche la squadra di calcio rossoblù che sul suo profilo Twitter commenta così la futura libertà di Zaki: "Che notizia meravigliosa! Patrick, ti aspettiamo al Dall’Ara". Le parole sono state accompagnate anche da una foto di Zaki che mostra una maglia rossoblù con il nome Patrick e il numero 10. Tra le organizzazioni che in questi anni si sono spese maggiormente per la libertà di Patrick c’è stata Amnesty: "La cosa più importante – dice il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury – , è che Patrick non farà nemmeno un giorno di carcere".

Bologna e Patrick. Patrick e Bologna. Un rapporto che è iniziato quattro anni fa, con gli studi all’Alma Mater. Poi l’arresto, il 7 febbraio 2020 all’aeroporto del Cairo. Da quel momento il rapporto tra Zaki e la città si è interrotto, senza però mai perdere la speranza, da entrambe le parti, di ritrovarsi. Le mobilitazioni, il cartellone in piazza Maggiore, l’affetto e il sostegno di una comunità. Quell’affetto e quel sostegno che non sono mai mancati. Nonostante il tempo, nonostante la distanza. Ora a questa storia manca solo il capitolo finale. Quello che vedrà Patrick Zaki ritornare, tre anni e mezzo dopo, nel posto da cui era partito. E, chissà, magari questa volta senza lasciarlo più.