Bologna, 26 ottobre 2023 – Presto la Garisenda sarà avvolta da una "struttura di protezione" che servirà a mettere in sicurezza la torre stessa e l’area circostante. E’ questa la grande novità annunciata ieri dal sindaco Matteo Lepore, al termine del veloce summit in Prefettura alla presenza del padrone di casa Attilio Visconti, della soprintendente Francesca Tomba e di Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura incaricato dal ministro Gennaro Sangiuliano (prima della bufera sulle consulenze e sul ‘quadro’ sollevata da Il Fatto Quotidiano) proprio per tastare con mano, e all’improvviso anche con un drone, lo stato di salute di uno dei simboli della città.
L’annuncio della possibile ‘gabbia diffusa’ (ma sulle fattezze della protezione non ci sono ancora certezze, si parla anche di catene) ha fatto da perno a tutto il resto. In soldoni: servirà tempo per restaurare la torre che si sta indebolendo a causa dell’ammaloramento della selenite. Nel frattempo, bisogna proteggere tutto quello che c’è intorno, compresa la chiesa verso cui la torre è ‘protesa’, ossia la Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano. "Dobbiamo metterla in sicurezza, perché con un terremoto, con epicento qui, si rischia", ha detto ieri Sgarbi proprio prima di monitorare il sopralluogo dei Vigili del Fuoco. Il terremoto c’è stato due ore e mezza dopo, con epicentro a Rovigo, e fortunatamente non ha causato alcun oscillamento.
Tornando al sindaco, il punto del Comune è chiaro. La ditta Fagioli e l’ingegnere che da anni segue le Due Torri, Gilberto Dallavalle, "stanno progettando una struttura di protezione. Sarà costruita in due fasi, la prima nel breve periodo e una più di lungo periodo – ha chiarito Lepore –. La prima potrà essere installata nelle prossime settimane, per la seconda si parla di mesi. La messa in sicurezza è la priorità. Che sia brutta o bella, va fatta". La stessa struttura, poi, "servirà anche a contenere il cantiere del restauro, perchè la torre andrà restaurata e il Comitato per il restauro, che è guidato da Raffaela Bruni, avrà il compito di individuare le competenze necessarie, condivise con il ministero". Insomma, bisognerà capire che interventi fare, dalle fondamenta che soffrono dello ‘sbriciolamento’ della selenite ("Con il caldo si trasforma in cristalli e gesso") fino alla sommità. Nel frattempo verranno installati "nuovi sensori assieme a quelli acustici", ha aggiunto Lepore. Si attende quindi, ancora la relazione del comitato tecnico-scientifico e probabilmente non basteranno i 5 milioni di euro - tramite Pnrr – che la sottosegretaria Lucia Borgonzoni (Lega) ha già bloccato. Ma, nel caso, ci sarà la possibilità di aumentarli. Detto del drone, al termine del volo con mezza città con il naso all’insù lo stesso Sgarbi ha fatto il punto su quello che secondo lui dovrebbe essere il cuore del restauro. "La Garisenda ha una sorta di ‘piorrea’ – ha sottolineato dopo aver visionato le immagini –. E’ pieno di punti, salendo in alto, in cui il mattone poggia quasi sull’altro mattone. Non c’è un rischio crollo, ma dico di intervenire subito consolidando le malte (ipotesi sulla qualle ci sarebbe lo scetticismo della Soprintendenza, ndr). Perché la torre ci dà un’idea di sdentatura, di un collante che non tiene bene. Non credo quindi che la soluzione sia nella pavimentazione, ma nella struttura". Chiudere l’area, intanto, sembra logico a Sgarbi. "Ma il comitato è stato lento nelle risposte: ci dica bene cosa fare", ha chiosato.