
Nel Sudamerica, soprattutto in Argentina e Bolivia, corre libero nelle praterie, ma avvistare un Nandù, molto simile a uno struzzo, nella campagna di Minerbio è quasi impossibile. Eppure è accaduto domenica mattina, quando questo uccello del peso di 35 chilogrammi, spaventato dagli spari dei cacciatori, ha utilizzato un albero come trampolino per superare la recinzione installata dal suo padrone. E così, una volta al di fuori della rete, ha iniziato a correre libero alla velocità di circa 70 chilometri all’ora. Pochi minuti e i residenti hanno avvistato il grosso volatile.
La segnalazione è arrivata ai volontari dell’Enpa, che sono intervenuti. Hanno visto il grosso animale accovacciato in mezzo ai campi arati vicino a via Melo, con una grossa abrasione in prossimità del gozzo, e dopo poco è stato anche individuato il proprietario. Si tratta di un appassionato con due Nandù tenuti in una casa a circa un chilometro dal ritrovamento. "Parlando con le diverse persone accorse nonostante la zona di piena campagna – spiegano i volontari – probabilmente l’animale è riuscito a fuggire, nonostante una recinzione piuttosto alta, per la forte paura dovuta agli spari dei cacciatori o per i lavori eseguiti nella notte dagli agricoltori della zona". Per catturare il nandù, chiamato ‘Sergei’, è stato necessario l’aiuto di Ausl e polizia provinciale, che sono arrivate successivamente. "Le difficoltà a utilizzare il fucile anestetico erano tante – continuano i volontari dell’Enpa – e perciò abbiamo scartato questa sistema di recupero. Dopo diversi tentativi e un avvicinamento con estrema cautela con la collaborazione dei proprietari, siamo riusciti con una strategia di lento accompagnamento a indirizzare l’animale verso casa. Il volatile, che può raggiungere una velocità di 70 chilometri orari, si è dimostrato estremamente intelligente e abituato all’uomo. Infatti non ha mai dato segnali di aggressività e durante la difficile e complicata attività di accompagnamento, durata circa 3 ore, ha intuito l’intenzione di assisterlo e aiutarlo".
Matteo Radogna