La famiglia cerca giustizia: "Troppi punti oscuri"

I parenti della vittima potranno nominare consulenti e fare indagini difensive

La famiglia cerca giustizia: "Troppi punti oscuri"

I funerali di Attilio, domenica a Formia

La famiglia di Attilio Franzini chiede giustizia. In questo procedimento per omicidio colposo per la morte del loro caro, l’operaio di 47 anni travolto da un treno mentre lavorava sui binari di San Giorgio di Piano venerdì mattina all’alba, padre e fratelli della vittima sono assistiti dall’avvocato Giovanni Valerio di Formia, Latina, in cui la famiglia risiede. Anche loro potranno nominare consulenti di parte qualora vengano disposti dalla Procura accertamenti tecnici mirati a fare luce su cosa sia accaduto quella drammatica mattina alle 4.30, quando Attilio è stato investito dall’Intercity notte Roma-Treviso sul binario 1 della stazione di San Giorgio

Oltre alle testimonianze dei presenti e, presto, agli interrogatori dei tre indagati per omicidio colposo, e ai documenti al vaglio degli inquirenti, risposte potranno arrivare dalla scatola nera del treno che ha investito l’operaio, per capire se abbia almeno rispettato la segnalazione acustica obbligatoria nei pressi di un cantiere, segnalato, lungo i i binari. Ma ci sono alcuni altri punti d’ombra.

I tecnici della sicurezza sul lavoro di Ausl hanno lamentato nei giorni scorsi di essere stati chiamati "tardi" rispetto a quando è avvenuto l’incidente. E la famiglia Franzini vuole capire come mai. Non solo. Stando a quanto comunicato dalla Polfer dopo il dramma, i lavori in corso da parte della ditta Salcef per cui lavorava la vittima interessavano "l’intero fascio binari", dunque, a rigor di logica, non solo il 3 e il 4, quello cioè su cui materialmente gli addetti stavano operando nella notte tra giovedì e venerdì e quello subito accanto, ma pure gli altri due, tra cui appunto quello in cui c’è stato l’investimento, sarebbero dovuti essere chiusi al traffico.

Oppure no? E in tal caso, i lavoratori e i responsabili della sicurezza sul cantiere (erano tre, due di Salcef e uno di Ferrovie, e tutti e tre sono ora indagati) erano informati dell’apertura? Anche perché alcuni dei colleghi sentiti avrebbero raccontato di avere a loro volta attraversato a più riprese quel tratto, per andare a recuperare materiali e strumenti nel furgone parcheggiato vicino al binario 1, e che solo per una drammatica casualità era stato Attilio la vittima del treno.

Tutti dettagli su cui le indagini della Polizia ferroviaria coordinata dalla Procura sono chiamate ora a fare luce. "Ma ci riserviamo di effettuare nostre indagini difensive", fa sapere l’avvocato Valerio.

f. o.