Si comincia mercoledì prossimo alle 18 al parco 11 settembre attorno a una Citroen bianca dove Virginio Sieni ambienta il suo Sleep in the car (foto) incentrato sulle nuove povertà e si finisce domenica sera, dopo un trekking urbano sui luoghi della Resistenza, nell’ex chiesa di San Mattia con la performance di Paola Bianchi nato dall’ascolto delle interviste in audiocassetta dei sopravvissuti ai campi di concentramento. Perché quest’anno il festival Danza Urbana, spiega il direttore artistico Massimo Carosi, si muove su due filoni: l’analisi del presente e il recupero della memoria. Ventisette appuntamenti, quindici spettacoli, tredici luoghi cittadini coinvolti e molti eventi collaterali costituiscono l’asse di questo festival che 28 anni fa è riuscito a portare per la prima volta in Italia la danza nei luoghi inconsueti della città. A parte Sieni (mercoledì replica in piazza Santo Stefano e sabato 7 ai Giardini Margherita e in piazza San Francesco), quest’anno sono molte le occasioni di eccellenza.
A partire da Atmosferologia-veduta-Bologna, riallestimento di una performance di MK del 2016 dedicata alla visione della città e allora prevista alla Torre Asinelli. Cinque le repliche annunciate domenica 8 a partire dalle 17 ospitate nella sala Farnese, a ridosso della terrazza sottostante la Torre dell’Orologio di Palazzo d’Accursio: il pubblico in cuffia si potrà immergere in un paesaggio trasformato dall’ascolto, osservando i corpi in movimento.
Il focus internazionale riguarda la Spagna: cinque le creazioni annunciate tra cui una prima assoluta. È quella di Roberto Olivan, nome riconosciuto della danza contemporanea, che presenta sabato nel cortile dell’Istituto Parri El resto del naufragio con le musiche originali di Pino Basile. Gli altri spagnoli sono Yeinner Chicas (giovedì a villa Angeletti), Richard Mascherin (venerdì al Giardino del Cavaticcio) e Angel Duran (i suoi due spettacoli sono mercoledì al parco 11 settembre e giovedì in piazza Liber Paradisus). C’è molto da vedere ancora. A partire dalla performance di Francesca Penzo e Mariagiulia Serantoni (venerdì, ex chiesa di San Mattia) che indaga sulle figure femminili marginalizzate nella storia della musica.
In una sorta di cantiere simulato di Claudio Larena racconta invece (giovedì in piazza Liber Paradisus) lo stravolgimento dello spazio pubblico. Finestra aperta anche sulle nuove realtà coreografiche. Si vedranno Mattia Quintavalle e Giacomo Turati (giovedì, parco 11 settembre), Rafael Candela (giovedì Villa Angeletti), Gaetano Palermo (venerdì parco 11 settembre), Elisa Sbaragli (stesso giorno ma al Cavaticcio), Marta Bellu (domenica, Orto Botanico). Ingresso gratuito (tranne che per MK e Olivan) e prenotazione in alcuni casi obbligatoria. Il sito è www.danzaurbana.eu.
Claudio Cumani