MARCO PRINCIPINI
Cronaca

La crisi del comparto calzature: "Ma l’Emilia-Romagna regge"

Il punto di Assocalzaturifici: "Ordinativi e fatturato in calo, ripresa solo nel 2025"

La crisi del comparto calzature: "Ma l’Emilia-Romagna regge"

La crisi del comparto calzature: "Ma l’Emilia-Romagna regge"

Brusca frenata del comparto calzaturiero italiano nel primo trimestre del 2024, che registra una contrazione sia dell’export (-9,7% in valore e -10,3% nelle paia) che del fatturato (-10,1%). Lo scenario emerge dall’ultimo report realizzato dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che evidenzia anche una flessione degli acquisti delle famiglie italiane (-1,6% in quantità e -0,7% in spesa). Rispetto a questo scenario, tuttavia, l’Emilia-Romagna appare in controtendenza. Prestazioni non brillantissime del comparto, ma in ogni caso nel primo trimestre l’export risulta in valore positivo (+0,3%).

Le prime cinque destinazioni dell’export emiliano-romagnolo, che coprono il 49,2% del totale, sono Germania (+1,5%), Francia (-11%), Spagna (+16,7%), Grecia (+67,7%) e Polonia (+0,7%). Il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) ha registrato, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, un calo di quattro aziende rispetto a dicembre dell’anno scorso, tra quelle dell’industria e quelle dell’artigianato, accompagnato, sul fronte del lavoro, da un saldo negativo di ventuno addetti.

Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate dall’Inps nel primo quadrimestre dell’anno per le imprese emiliano-romagnole della filiera della pelle, si registra un aumento del 943% rispetto allo stesso periodo del 2023: sono state autorizzate quasi 450mila ore, un numero superiore del 128% anche rispetto alla situazione pre-emergenziale dei primi quattro mesi del 2019.

In generale, quindi, il quadro è quello di una diffusa preoccupazione da parte degli operatori del settore. "Archiviato il 2023 con una sostanziale tenuta nel fatturato, 14,58 miliardi di euro, +0,6% sul 2022, e nell’export, sebbene con volumi già in sofferenza, in avvio del 2024 è proseguito per il calzaturiero il rallentamento iniziato nella seconda metà dell’anno scorso, divenuto ora ancora più marcato, con una forte riduzione degli ordinativi e dell’attività produttiva: l’indice Istat della produzione industriale segna nei primi tre mesi un -20,5% – fa il punto Giovanna Ceolini, presidente Assocalzaturifici –. Il sentiment degli imprenditori non mostra fiducia: solo l’11% confida in un miglioramento dell’evoluzione congiunturale nel secondo trimestre, che secondo le previsioni degli intervistati è destinato a chiudersi con un calo del fatturato attorno al 7,4% rispetto ad aprile-giugno dell’anno passato".

Infine, uno spiraglio, sia pure lontano nel tempo: "Oltre l’80% prevede un’inversione di rotta ma non prima dell’anno prossimo".