FEDERICA ORLANDI
Cronaca

La chiusura del cinema Bellinzona. Il rettore: "Unibo non c’entra nulla"

Intanto la petizione appena lanciata per bloccare lo stop alle proiezioni ha già raggiunto 4.000 firme

L'ingresso del cinema Bellinzona, a rischio chiusura: la sala vanta un afflusso di spettatori di tutto rispetto: quasi trentamila i biglietti staccati nel corso dell’anno passato

Bologna, 4 febbraio 2024 – La querelle sull’amato cinema di quartiere di via Bellinzona è sempre più accesa. La petizione lanciata online per salvarlo ha già raggiunto, nel giro di 48 ore, quasi quattromila firme. Tutto perché qualche sera fa, frate Giacomo, responsabile regionale della Confraternita dei cappuccini, nell’illustrare i cambiamenti in arrivo ora che parte del convento sarà ceduta all’Università per uno studentato Ergo, ha fatto presente come gli spazi per le attività parrocchiali si ridurranno e perciò si potrebbe smantellare il cinema per ospitarle in quegli spazi. Considerando, inoltre, che i frati hanno revocato il contratto d’affitto, in scadenza a fine agosto, a Mario Papini, che gestisce con altri soci la sala dal 2021.

In tanti – non ultimo il regista Pupi Avati – hanno puntato il dito contro l’Università per questa invisa circostanza. Così il rettore, Giovanni Molari, aiuta a fare chiarezza.

Magnifico rettore, cosa sta succedendo in via Bellinzona?

"L’ordine dei frati cappuccini cede in comodato d’uso a Unibo per alcune decine d’anni una parte del convento, costituito in gran parte da aree in disuso da tempo. Solo un paio di stanze erano utilizzate per attività parrocchiali. Il progetto è stato curato da Fondazione Carisbo, che pagherà i lavori, offrendoli generosamente all’Università, insieme con i frati stessi, che hanno selezionato anche l’architetto e scelto quali spazi cedere allo studentato. Noi, a nostra volta, una volta ultimati i lavori (inizio previsto ad aprile 2025, ndr) daremo gli spazi a Er.go, perché li amministri. È però un progetto che io ho ereditato, che ho contribuito a completare e finalizzare, ma non ho seguito dall’inizio".

Cosa c’entra il cinema con lo studentato che sorgerà?

"Assolutamente niente. Lo studentato sorgerà nell’edificio lungo che costeggia gli orti e una parte del parcheggio e giusto l’ingresso sarà accanto a quello del cinema. All’incontro dell’altra sera, cui ero presente, frate Giacomo ha semplicemente detto che siccome da tempo alcuni parrocchiani si lamentavano della carenza di spazi per le attività, che in effetti diminuiranno per via dello studentato anche se parliamo di pochissime stanze, e presto decadrà l’affitto della sala, questo è il momento di decidere cosa fare del cinema. Se mantenerlo, dunque, o destinarlo ad altre attività. Ma in questa dinamica l’Università non c’entra nulla, è una decisione che non ci coinvolge. Anzi...".

Anzi?

"Se il cinema resterà tale, ci siamo offerti di utilizzarlo la mattina come aula, mentre sono in corso alcuni lavori alla facoltà di Ingegneria lì vicina. Quindi non è affatto vero che l’Università contribuisce alla chiusura, come alcuni hanno interpretato, ma è semmai tutto il contrario".