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Cascata di Labante Bologna, l'allarme: "Sta morendo di sete"

Castel d'Aiano: emergenza per il sito delle grotte: "La sorgente che lo alimenta viene captata per l’acquedotto e l’habitat rischia di scomparire"

Visita alle grotte e cascata di Labante durante le giornate Fai d’autunno

Visita alle grotte e cascata di Labante durante le giornate Fai d’autunno

Castel d'Aiano (Bologna), 24 novembre 2022 - Un sito unico e magico, ma anche fragile. Che rischia di morire. È un allarme rivolto alle istituzioni quello che riguarda le grotte e la cascata di Labante, un luogo pittoresco che molti bolognesi conoscono come meta di picnic primaverili e che in realtà, oltre a una bellezza aspra e speciale, racchiude emergenze naturali rare, tanto da essere incluso nelle Rete Natura 2000 dell’Unione Europea. Il grande rostro di travertino, le grotte formate dalle concrezioni, i muschi e le altre forme vegetali che vi trovano dimora nonché le specie animali che lo abitano dipendono tutti dalla sorgente di San Cristoforo, che si trova a monte del sito, il cui apporto d’acqua non è più sufficiente a garantire il mantenimento dell’ecosistema.

Il problema verrà analizzato in un incontro pubblico in programma domani sera, venerdì, alle 20 alla Sala Civica di Castel d’Aiano, in via Val d’Aneva, 2, organizzato dal Cai con il patrocinio dell’amministrazione comunale. "Nel piano di gestione della Regione Emilia-Romagna del 2018 – spiega la locandina dell’evento - è stato lanciato un forte allarme sulla sopravvivenza di questo Sito d’Interesse Comunitario, determinato in gran parte dalla riduzione della portata sorgiva, per effetto dei cambiamenti climatici e dalla captazione d’acqua per usi civili". Alla sorgente, infatti, Hera attinge per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile alla rete locale. Di fronte alla necessità di garantire l’uso umano della preziosa risorsa, altre ragioni devono cedere il passo, ma nel piano sono indicate anche diverse azioni di intervento che potrebbero sovvertire la sorte altrimenti segnata dell’area. Perché la grotte e la cascata sono, per Castel d’Aiano, anche un capitale turistico di grande potenzialità, come dimostrano le 1.500 persone che il 15 e 16 ottobre, in occasione delle Giornate Fai d’autunno, hanno visitato il sito.

Alla serata sono previsti gli interventi dell’ingegner Alberto Nasci, sindaco, Eugenio Salamone, capogruppo del Fai Appennino Bolognese, Stefano Caliandro, presidente della Commissione Territorio e ambiente della Regione, Giovanna Barbieri della commissione Tutela ambiente montano del Cai, Francesco Besio, funzionario del Servizio areee protette della Regione, e Andrea Gherardini della Bonifica Renana. Presiederà i lavori Giorgio Trotter del Cai ed è stato invitato a intervenire anche il neo assessore regionale alla montagna Igor Taruffi. Le richieste dei promotori dell’iniziativa sono rivolte soprattutto alla Regione e a Hera. "L’eccezionalità dell’area è data dal tipo di roccia che deriva dal deposito di calcare trasportato dall’acqua – spiega il dottor Besio della Regione –. Il problema è che maggiore è il prelievo di acqua da parte di Hera, meno ne arriva e senza l’apporto di acqua l’habitat è a rischio".

La multiutility, da parte sua, si dice pronta a recepire le indicazioni degli enti preposti, tenendo presente che "in qualità di gestore del servizio idrico integrato, il suo ruolo è centrato sulla gestione operativa di reti e impianti, per garantire sempre qualità e continuità del servizio alle famiglie e imprese allacciate all’acquedotto, anche in periodi particolarmente siccitosi come quelli che stiamo vivendo quest’anno". Hera tuttavia è "a disposizione per attuare i progetti o le modifiche che dovessero essere decisi dagli Enti competenti in tema di pianificazione e tutela ambientale, con i quali la collaborazione e il confronto sono costanti, e che permettano di tutelare l’ecosistema e allo stesso tempo garantire l’erogazione dell’acqua a famiglie e imprese".