PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

’La buona novella’ ritorna secondo i Perturbazione

Il concerto, registrato dalla band nel 2010, va ora in tour: stasera al Locomotiv "Le parole di De Andrè superano ogni barriera, un messaggio di grande forza".

I Perturbazione: la loro versione della ’Buona novella’ è del 2010

I Perturbazione: la loro versione della ’Buona novella’ è del 2010

Profondamente spirituale, affascinato dall’attualità e dalla capacità di raccontare una figura sacra attraverso la canzone, rivolgendosi a un pubblico fuori dai confini della religiosità, Fabrizio De Andrè e la poetica senza tempo del suo capolavoro del 1970, ’La buona novella’, rivivono questa sera alle 21 al Locomotiv di via Serlio. L’occasione è il concerto dei Perturbazione, gruppo guidato da Tommaso Cerasuolo, che ripropone dal vivo la loro versione del disco.

Cerasuolo, per voi quello a ‘La buona novella’, è un ritorno.

"Si, tutto è nato quando nel 2010 la Scuola Holden ci chiese di mettere in scena, per un solo appuntamento, quel lavoro di De Andrè. Lo suonammo con Alessandro Raina e Nada. Poi abbiamo continuato la nostra carriera e la registrazione è rimasta in un cassetto, sino a quando è stata ritrovata da uno dei fonici di allora. Abbiamo ascoltato il nastro, ci è sembrato che le parole di De Andrè abbiano, forse ancora di più oggi, la forza e la poesia necessari per affrontare quei temi universali e abbiamo deciso di pubblicare un disco che documentasse quel concerto e di portarlo nuovamente dal vivo".

La vostra interpretazione è ricca di arrangiamenti ariosi, quasi cameristici.

"Rifletteva quello che erano i Perturbazione allora, vicini ai linguaggi del progressive, la formazione del gruppo era ampia. Nella versione 2025, quella che eseguiremo al Locomotiv, tutto diventa più essenziale, abbiamo ridotto la cornice, utilizzando la musica esclusivamente per sottolineare, amplificare lo stordimento di quelle parole che De Andrè così magistralmente fece diventare canzoni rivolte a tutti".

Come si sviluppa il concerto? "Dal vivo proponiamo l’esecuzione integrale de ’La buona novella’, una suite unica, senza interruzione tra un brano e l’altro. Solo quel disco, non suoniamo brani del nostro repertorio".

Ci sarà, però, un’introduzione. "Certo, in apertura dedichiamo qualche minuto a una conversazione nella quale raccontiamo non solo la genesi di quel capolavoro, ma proviamo a inquadrarlo nel contesto storico nel quale è stato scritto. È una breve guida all’ascolto di quello che suoneremo, parlando, ad esempio, anche dei ‘concept album’, formato oggi quasi inesistente, mentre allora era abituale immaginare un lavoro musicale che gravitasse intorno a un tema specifico".

Tema capace di superare ogni barriera.

"Questa era la grande forza artistica di De Andrè, quella di potersi rivolgere, con la stessa integrità culturale, a pubblici del tutto diversi, che lo amavano. Le sue canzoni si ascoltavano nelle manifestazioni di piazza e ai raduni dei boy scout, erano amate in famiglia, come dagli adolescenti in piena fase di ribellione. De Andrè parlava a tutti, e questo suo dono si riflette nel pubblico che viene ad ascoltare la nostra ’Buona novella’".

Dopo De Andrè, i Perturbazione hanno in programma altri omaggi ai protagonisti della musica italiana?

"Abbiamo tante idee, in futuro ci piacerebbe occuparci del repertorio di Sergio Endrigo, autore e interprete che aveva fatto della semplicità il suo segno artistico, capace di scritture sofisticate che diventavano epopee pop".