Scoppia un’altra crisi aziendale nel territorio bolognese. Il gruppo Beyers, che fa capo alla multinazionale svizzera Sucafina, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Castel Maggiore, e il licenziamento di tutti e 30 i lavoratori, inclusi i contratti a termine. La procedura è stata avviata il 15 marzo e prevede la cessazione dell’attività e la messa in liquidazione dell’impresa, che produce caffè in vari formati.
Di fronte all’indisponibilità dell’azienda di ritirare i licenziamenti e trovare una soluzione alternativa, la Rsu e la Flai-Cgil hanno proclamato lo stato di agitazione. Lunedì, infatti, si è svolto un primo incontro tra i sindacati e i rappresentanti di Beyers, nel corso del quale i rappresentanti dei lavoratori hanno "richiesto l’immediato ritiro della procedura e l’avvio di un confronto libero dalla scure dei licenziamenti, finalizzato a ricercare soluzioni alternative che salvaguardino il prosieguo della produzione e dell’occupazione". Durante l’incontro i lavoratori hanno organizzato un presidio davanti all’ingresso dello stabilimento (nella foto) per sostenere le posizioni sindacali e richiedere all’impresa, come già fatto il venerdì precedente, il ritiro della procedura. "Senza confronto preventivo sul merito ci siamo trovati in pochi giorni la procedura di mobilità aperta e la programmazione della cessazione dell’attività, ‘una soluzione’ impacchettata dall’impresa inaccettabile", scandisce Marco Ramponi, sindacalista della Flai.
A sostegno del ritiro della procedura di licenziamento collettivo i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori, lo sciopero dello straordinario, delle flessibilità e del lavoro al sabato, riservandosi di indire ulteriori azioni e iniziative sindacali a sostegno della vertenza aperta, anche alla luce dell’andamento dei prossimi incontri. "Già in giornata invieremo la richiesta di attivazione del tavolo di salvaguardia attendendo una rapida convocazione, auspicando un passo indietro dell’impresa e l’avvio di un confronto che non escluda soluzioni che prevedano la salvaguardia dell’attività produttiva industriale e dell’occupazione", informa la Flai-Cgil.