Bologna, 23 dicembre 2021 - Kristina Gallo potrebbe essere stata uccisa. E ora, a dar man forte agli inquirenti, ci sono i risultati della consulenza dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo richiesta dalla Procura e depositata all’inizio della settimana. Una morte violenta, provocata da terzi, che sarebbe ’dimostrata’ da quella strana posizione del corpo, ritrovato sotto il letto di casa. Un altro pezzo del delicatissimo fascicolo che porta la firma del procuratore aggiunto Francesco Caleca, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo, per omicidio volontario e che dalla primavera scorsa vede un nome tra gli indagati: un bolognese di 40 anni amico di Kristina, in passato sentito come persona informata sui fatti in quello che era l’originario fascicolo per omissione di soccorso. "Quello che la scienza dice con questa consulenza di parte – spiega l’avvocato Alessandra Di Gianvincenzo per l’indagato – è che si tratta di una morte non accertabile e comunque pur sempre riconducibile a cause naturali".
Il nastro torna al 25 marzo 2019 quando Kristina viene trovata morta nella sua casa di via Andrea da Faenza, zona Bolognina. A fare la macabra scoperta è il fratello, legatissimo a lei, preoccupato perché non la sente da qualche giorno. Il cadavere è nudo, pancia all’aria, in una posizione ritenuta fin dal primo momento molto strana: una parte è sotto il letto, l’altra fuori. Secondo l’autopsia dell’epoca, la ragazza sarebbe morta da 5-6 giorni, ciò è dimostrato anche dal principio di decomposizione del volto, accelerato dai raggi del sole spuntati dalla finestra della stanza. Per il medico legale si tratterebbe di morte naturale, così il caso prende ben presto la strada della richiesta di archiviazione. Ma la famiglia Gallo non ci sta, impugna l’atto della Procura attraverso l’avvocato Cesarina Mitaritonna sulla base di una consulenza di parte che non esclude l’asfissia meccanica per occlusione delle vie aeree. Kristina, cioè, potrebbe essere stata soffocata.
Il gip Domenico Panza dispone nuove indagini e tra le cose che non tornano, oltre alla posizione, ve ne sarebbero altre, in particolare il mancato ritrovamento del cellulare della donna. Apparecchio che nei mesi scorsi qualcuno ha acceso e avrebbe addirittura utilizzato.
Ora ecco l’ultimo tassello, l’esito della consulenza medico legale voluta da via Garibaldi e fatta su carte e vetrini in quanto il corpo della trentenne venne cremato. E quel risultato direbbe che non vi è prova di un decesso naturale, mancherebbe la causa a dimostrarlo. Al contrario, invece, la posizione del cadavere rappresenterebbe un elemento suggestivo. Kristina, cioè, sotto il letto e in quella posizione non si sarebbe messa da sola. Sarebbe stata spinta. E forse uccisa.