Bologna, 29 luglio 2022 - È stato arrestato ieri sera dai carabinieri, un uomo di 44 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio di Kristina Gallo, ritrovata senza vita nel suo appartamento il 25 marzo del 2019. E' un ex fidanzato, che si era già reso responsabile di atti persecutori nei confronti della vittima.
Il decesso era avvenuto almeno cinque giorni prima, come aveva stabilito il medico legale. Quella morte aveva destato subito dei sospetti, benché alla fine le prime conclusioni avevano portato a parlare di morte naturale. Ma la svolta è arrivata quando il cellulare della trentenne, a febbraio 2021, è stato riacceso. E l’ex fidanzato di lei era stato indagato. Ora la svolta.
Il ritrovamento del corpo
Il cadavere, nudo, della ragazza fu rinvenuto dal fratello, in stato di decomposizione, il 26 marzo 2019, all’interno della propria abitazione, dove giaceva da diversi giorni in compagnia del suo rottweiler. Gli elementi raccolti in sede di sopralluogo e le prime valutazioni medico-legali rendevano compatibile il decesso con cause naturali. Nel frattempo i militari avviavano indagini sulla personalità e sulle relazioni intrattenute della vittima. La donna era madre di una bambina affidata al padre, aveva lavorato presso un centro scommesse ed aveva avuto negli ultimi tempi una relazione sentimentale problematica con l’arrestato, che, negando ogni coinvolgimento, riferiva, allora, di aver interrotto la relazione circa una settimana prima del decesso.
Indagini medico legali
Il Tribunale, anche su richiesta dei familiari della ragazza, disponeva ulteriori indagini di natura medico legale e tecnico scientifiche sul luogo del reato. Tuttavia, nel frattempo, il cadavere era stato cremato, mentre l’abitazione, dove la ragazza viveva in affitto, era stata restituita al proprietario. Venivano comunque effettuati ulteriori esami sui campioni biologici prelevati nel corso dell’esame autoptico da parte di consulenti nominati dalla Procura nonché venivano effettuati esami incrociati da parte dei RIS di Parma sui profili genetici estratti altresì dal materiale repertato in sede di sopralluogo.
Scena del crimine ricostruita in 3D
Sulla base dei nuovi elementi raccolti veniva anche effettuata la ricostruzione in 3D della scena del crimine da parte dei RIS che evidenziava il coinvolgimento dell’indagato nella morte della donna, avvenuto per asfissia meccanica. Venivano esperiti ulteriori accertamenti tecnici sui cellulari e sulle utenze in uso alle persone coinvolte. In particolare l’analisi dei tabulati telefonici confermavano la presenza dell’indagato presso l’abitazione della donna anche nella settimana precedente il decesso (smentendo quanto inizialmente dichiarato). Tale circostanza veniva confermata dal rinvenimento delle chiavi dell’autovettura in uso all’indagato nella camera da letto dove era stato rinvenuto il cadavere nonché da altri particolari notati nel corso del sopralluogo.
Rirtrovati 6mila file audio (cancellati)
Inoltre nonostante l’indagato avesse disinstallato l’applicazione dal cellulare, sono stati acquisiti circa 6.000 file audio relativi alle registrazioni delle sue telefonate, in cui emerge “con ragionevole certezza” la personalità dell’indagato e della vittima e la natura “burrascosa” della loro relazione. In particolare trovavano riscontro le numerose testimonianze rese da amiche, colleghi e vicini di casa della vittima circa le ripetute e costanti violenze fisiche e psicologiche subite dalla ragazza per la smisurata gelosia dell’indagato.
Il quadro indiziario raccolto sotto il coordinamento della Procura di Bologna che ha disposto, oltre alle tradizionali attività d’indagine, anche l’attivazione di innovativi strumenti investigativi di carattere tecnico-digitale, ha evidenziato numerosi e gravi elementi di colpevolezza a carico dell’indagato di cui è emersa altresì “l’estrema pericolosità” e pertanto è stato adottato il provvedimento della custodia cautelare in carcere.