Bologna, 8 giugno 2017 - La vedova di Davide Fabbri, il barista ucciso la sera del primo aprile nel suo locale alla Riccardina di Budrio, è stata sentita dal pm Marco Forte e dai carabinieri che indagano sull'omicidio. Per il delitto è indagato il 36enne serbo Norbert Feher, – conosciuto anche come Igor ‘il russo’ Vaclavic, latitante e accusato anche dell'assassinio, due mesi fa, della guardia ecologica volontaria Valerio Verri, a Portomaggiore.
E la procura di Ravenna gli addebita anche l'omicidio del metronotte Salvatore Chianese, del 30 dicembre 2015. Nel Ferrarese, Feher è ricercato dal 2015 per altri furti e rapine, e nonostante la vera identità del killer (quella serba) fosse nota ai militari, nessuno è riuscito a coglierlo in fallo e a prenderlo.
Le domande senza risposta della caccia al killer
Alla moglie di Fabbri, Maria Sirica è stato chiesto di precisare meglio quanto successo nel bar-tabaccheria quando il killer entrò, fu disarmato del fucile da caccia dal barista che poi lo colpì con l'arma, ma fu ucciso da un colpo di pistola sparato quasi a bruciapelo. Gli investigatori hanno chiesto perché, secondo lei, per la rapina sia stato scelto proprio il bar 'Gallo', in un'isolata frazione della Bassa e cosa il killer si aspettasse di trovare all'interno.
Giorgio Bacchelli, avvocato fornito gratuitamente dall’Ascom alla donna, sta studiando la giurisprudenza per valutare se vi siano gli estremi per una causa civile. L’intenzione è quella di chiedere i danni allo Stato per la mancata (doppia) espulsione del serbo.
Intanto è pronto a presentare l'esposto per la diffusione del video del delitto, per violazione della privacy e diffusione di un documento coperto dal segreto istruttorio.