Bologna, 9 novembre 2020 - C’è il sodale di una vita, Beppe Signori: "Per me Ivo è stato tutto: amico, socio, compagno di mille serate. E anche nonno aggiunto dei miei figli". C’è l’ex presidente di Bologna e Virtus, un affranto Alfredo Cazzola: "Amicizia, accoglienza, gioia: il suo ristorante per chi lo frequentava era una casa". E poi una lunghissima galleria di calciatori, da Di Vaio a Pagliuca, di cestisti, da Pozzecco e Danilovic, insieme a pezzi importanti di città, come l’ex presidente Unipol Giovanni Consorte e l’attuale presidente della Camera di Commercio di Bologna Valerio Veronesi, tutti intruppati nell’esercito dei suoi fedelissimi. In tanti ieri hanno voluto spendere una parola d’affetto per Ivo Gandolfi, il ristoratore scomparso l’altro ieri all’età di 75 anni che prima alla ‘Braseria’ di via Testoni e poi ‘Al Campione’ di Porta Lame per quarant’anni è stato un padrone di casa, ma ancor prima un amico, impeccabile.
"L’ho conosciuto quando sono arrivato a Bologna e tra noi si è instaurato subito un bellissimo rapporto – racconta Beppe Signori, che del ‘Dado’, come a Ivo piaceva farsi chiamare, è stato anche socio al ‘Campione’ –. Lui amava il Bologna e quando nell’anno della Coppa Uefa andavamo in giro per l’Europa Ivo fu il nostro cuoco, benvoluto da tutti. La sua forza? Pur senza spiaccicare una parola di inglese, francese o russo dovunque si trovasse trovava subito la soluzione".
"Se n’è andato un pezzo importante di questa città – si accoda nel ricordo l’ex capitano rossoblù Gianluca Pagliuca –. Il ‘Dado’ per me era un amico, ma è stato anche un grande personaggio". Un altro ex capitano del Bologna e oggi capo dello scouting rossoblù, Marco Di Vaio, ne celebra il ricordo così: "Per me e la mia famiglia Ivo è stato un grande punto di riferimento. Il primo giorno che arrivai in città passando davanti al suo ristorante con mia moglie Malisa e il passeggino, lui ci accolse, ci diede da mangiare e ci fece subito sentire a casa. Insieme a lui, a Simone e alla ‘Dada’ (la moglie Luisa, ndr ) abbiamo festeggiato tanti giorni di Natale e tanti fine d’anno". "Conoscevo Ivo da cinquant’anni – dice Franco Colomba, che frequentava la ‘Braseria’ insieme all’ex arbitro ed ex dirigente rossoblù Alessandro Guidi –. Entravi nel suo ristorante e ti sentivi come dentro un’oasi: percepivi l’affetto di una seconda famiglia che ti cullava e ti proteggeva dal mondo esterno". "Un uomo pieno di simpatia e vitalità", lo dipinge Giovanni Consorte, che aveva l’ufficio nella vicinissima via della Zecca. E Valerio Veronesi, numero uno della Camera di Commercio, ricorda le tante serate trascorse insieme così: "Ci sentivamo tutti soci di un club esclusivo, dove imprenditori di grido, allenatori silurati, biliardisti e campioni di calcio e basket sedevano a fianco di fornai, impiantisti e biassanot ". La democrazia della tagliatella. "Al di là dell’ambiente inimitabile che aveva saputo costruire nel suo ristorante – è ancora Cazzola che parla – lo ricordo pieno di gioia alla finale di Barcellona (quando nel ‘98 la Virtus vinse l’Eurolega, ndr ). E’ quella l’immagine che mi tengo nel cuore". Già, il mondo dei canestri. "Sono distrutto – dice Gianmarco Pozzecco –. Ero e sarò sempre un fan del ‘Dado’".
La chiusura spetta al figlio di Ivo, Simone: "Voglio ringraziare i tanti amici di papà che mi stanno chiamando da tutte le parti del mondo. Ne cito solo alcuni: Joey Saputo dal Canada, Igor Kolyvanov dalla Russia, Kenneth Andersson dalla Svezia, Stefano Torrisi dalla Repubblica Ceca, Zoran Savic da Barcellona e Sasha Danilovic da Belgrado". Ancora non sono state fissate data e modalità dei funerali. Ma ieri il Bologna, prima di sfidare il Napoli al Dall’Ara, ha celebrato il ricordo del suo inimitabile cuoco/tifoso.