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Ius Soli, Bologna chiede più diritti Gli studenti: "Riformare la legge"

Gremito il Teatro delle Celebrazioni, mille ragazzi ballano e abbattono barriere e ogni disuguaglianza. Consegnate le pergamene, inizia il percorso nelle scuole. Lepore: "Il governo non combatta solo le Ong"

Come si esce dalla bellissima mattinata al Teatro di Celebrazioni di ieri? Si esce così: i ragazzini a prescindere dalle origini si sentono tutti italiani, gli influencer di TikTok hanno in mano il mondo e nessuna bambina o bambino tra gli 11 e i 14 anni vuole fare il sindaco. Tranne uno, il coraggioso che ha alzato la mano, e il sindaco Matteo Lepore l’ha ringraziato così, non può essere sempre qualcun altro a dover cambiare il mondo: "Se non salite sulla cassetta della frutta, se non vi impegnate e non partecipate qualcuno lo farà al posto vostro". Tradotto, fare il sindaco può spaventare, ma la responsabilità è un bel dovere. Come la cittadinanza, bolognese in questo caso, che con la modifica dello statuto, arrivata mesi fa, il Comune dà automaticamente in versione ’onoraria’ a tutti i bimbi stranieri nati in città. Ieri l’evento – con il Resto del Carlino media partner – ha ospitato mille ragazzi delle medie di 15 istituti, in un Celebrazioni gremito. Prima del finale, con gli studenti a ballare sopra i seggiolini sulle note dell’Afro Beat di Tommy Kuti, lo stesso Lepore ha consegnato ai professori le pergamene che daranno il via al percorso nelle scuole. Sopra quella carta c’è lo statuto modificato, e come nei desideri di Palazzo D’Accursio la svolta dello Ius Soli ’alla bolognese’ non sarà solo una fanfara simbolica, ma una battaglia di civiltà che camminerà con mille e più gambe tra i corridoi e le aule scolastiche.

Lepore ha tenuto a battesimo la mattinata ‘Bolognesi dal primo giorno’, a moderare gli interventi di influencer, podcaster, sportivi e rapper c’era il filosofo e scrittore Andrea Colamedici, mentre alle spalle di chi interveniva si generavano le illustrazioni di Edo Massa. "E’ un progetto culturale, educativo e civico. A tutti chiediamo di avere diritti e doveri assieme", ha affermato il sindaco, spiegando che tra le iniziative che daranno gambe alla svolta ci sarà la creazione del Servizio civile comunale (come da programma di mandato) e la possibilità per tutti di "partecipare al Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, che costruiremo attraverso un’istruttoria pubblica". Ma l’occhio del sindaco, ovviamente, è anche alla politica nazionale. "Se il Governo vuole affrontare seriamente la grande questione migratoria non può limitarsi a combattere le Ong – ha mandato a dire Lepore – ma, in modo particolare, deve far sì che i flussi siano regolari e che ci sia un’alleanza europea su questo". Poi, per le persone che arrivano, occorrerebbe "un progetto di inserimento sul lavoro, la casa, la scuola – ha sottolineato il primo cittadino – e le città sono fondamentali, non possono essere viste semplicemente come il tappetto sotto cui nascondere i problemi".

E i no della destra? "Gli elettori sono in gran parte a favore. I partiti ne fanno una bandiera identitaria ma è una battaglia di retroguardia", ha confidato Lepore, sostenuto idealmente dalle risposte in coro ("Italia dimmi di sì!") dei ragazzi alla ‘storia’ social lanciata dall’attivista Deepika Salhan, per invocare "un sì al cambiamento, un sì alla riforma della legge della cittadinanza". Bologna e Lepore hanno anche incassato il plauso di don Luigi Ciotti, assente per motivi di salute. "E’ importante che alcuni bravi amministratori cerchino il modo di sanare il tradimento della Costituzione in atto da tanti anni sulla pelle di giovani cittadini e cittadine – ha scandito il messaggio inviato dal fondatore di Libera –. Non si capisce come mai ci siano tante resistenze e tanti ostacoli sulla strada dell’inclusione di bambini e ragazzi che nei fatti sono pienamente figli di questa terra". "Questa è l’accoglienza che dovrebbe essere data a tutti, indipendentemente da dove vieni e da che lingua parli", ha sottolineato infine uno degli studenti.

Paolo Rosato