Bologna, 18 novembre 2022 - "Lo Ius soli? Sarebbe bellissimo se ci fosse, perché permetterebbe ad alcuni dei miei compagni di classe di essere finalmente italiani e avere i miei stessi diritti". Le parole sono di Mattia, dodici anni. E qui, alle scuole medie Farini, proprio come Mattia, sono tanti i ragazzi che sulla riforma della cittadinanza sembrano avere le idee più che chiare.
Durante l’incontro col sindaco Matteo Lepore e il vicedirettore del Carlino Valerio Baroncini Mattia insiste: "Non mi sembra giusto che noi possiamo avere la cittadinanza solo perché i nostri genitori sono italiani".
Alessandro è dello stesso parere, fa da poco la seconda media, e per lui "ogni persona dovrebbe essere cittadina italiana, anche se viene da un altro Paese". A sentirli si potrebbe pensare che i loro pensieri siano stati imparati per l’occasione. Ma non è così. La logica delle loro posizioni deriva dallo stare, tutti i giorni, con amici e amiche che si sentono discriminati.
Conferma la dirigente scolastica Filomena Massaro: "Sul tema dell’inclusione professori e professoresse si sono soffermati più volte, soprattutto per il fatto che nelle nostre classi convivono ragazzi di tutte le etnie".
Alberto, ad esempio, è riuscito a percepire, dalla sua tenere età, che "in Italia si crede che gli immigrati siano delle persone cattive. Ma non è così – esclama –, siamo tutti uguali e tutti dovremmo avere gli stessi diritti". Poi c’è Antonio, anche lui dodicenne, che mette da parte il condizionale perché stenta a credere che, ad oggi, quegli amici con i quali sta crescendo, non siano italiani nonostante siano nati nello stesso ospedale. "Date a queste persone che non sono italiane i miei stessi diritti – sottolinea Antonio – perché quando tra qualche anno potrò votare, voglio che pure loro siano nelle condizioni di farlo".
E che una riforma della cittadinanza possa favorire un modello d’integrazione più efficiente rispetto a quello attuale lo pensa anche Nicole. E non citando numeri, ma con un concetto semplice e , allo stesso tempo, complesso: "La legge sullo Ius soli dovrebbe essere approvata perché aiuterebbe le persone a sentirsi più amate".
E forse è proprio da qui che il dibattito dovrebbe ripartire. Dare una risposta esaustiva ad alcune domande di questi ragazzi è impossibile. Del resto, che cosa dire a Zara quando si chiede: "Perché non abbiamo i vostri stessi diritti e doveri?". Come si fa a contestare Ania quando chiede "come mai se nasco in Italia, non posso essere italiana?".
Ma se rispondere ai più piccoli è impossibile, allora potremmo provare a farlo con i grandi. E ricordare loro, proprio come fa Antoine De Saint-Exupéry ne Il Piccolo Principe , che una volta anche loro sono stati bambini, ma il problema è che in pochi se ne ricordano.