"Sono decine le telefonate di studenti israeliani che frequentano le facoltà di Medicina o Veterinaria che non si sentono più tranquilli, avvertono intorno a loro ostilità e nessuna volontà di cercare un dialogo". Lo dichiara Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna.
"Queste segnalazioni le ricevo io, ma anche la segreteria della Comunità. É una situazione che va avanti dal 7 ottobre dello scorso anno – prosegue il presidente –. Tutto evolve con la situazione del conflitto. Stiamo comunque parlando di reazioni da parte di gruppi politici interni all’università, di dichiarato schieramento. Si verificano molto all’interno delle chat studentesche, anche quando gli stessi membri chiedono che la discussione non verta sul politico, ma si limiti a temi didattici. Al momento nessuno ha denunciato aggressioni fisiche, ma gli studenti non nascondono il disagio per le accuse che vengono fatte anche a loro sulla situazione in atto. Questo crea malessere perché manca quel comfort che dovrebbe esserci all’interno di una sede di studio".
La situazione di tensione, però, non è solo all’interno della vita dell’Ateneo, ma anche nelle vie cittadine, in particolar modo nei dintorni della sede della Comunità ebraica. "Sono state effettuate, da parte delle forze dell’ordine, alcune verifiche su segnalazioni fatte in quanto, soprattutto sotto l’edificio che ospita la Comunità in via de’ Gombruti, alcune persone sono state oggetto di gesti poco qualificanti e offensivi – spiega De Paz –. Sotto la sede, ma anche in altre zone della città. Ma non ci sono state fatte segnalazioni di vandalismi a mezzi o abitazioni, questo non è avvenuto".
Il presidente De Paz vuole però ribadire che "Bologna è anche la città in cui stiamo costruendo la Casa dell’incontro e del dialogo tra religioni e culture. Un progetto ambizioso, necessario e importante che richiede a suo contorno una serie di passaggi che devono portare al dialogo".
Nella città non si sono verificati episodi di violenza nei confronti dei cittadini di origine o provenienza israeliana, ma l’attenzione è molto alta, in considerazione anche di quello successo in altre capitali europee, l’ultimo atto ad Amsterdam. Per questo,
anche in occasione del match di EuroLeague di basket tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv all’Unipol Arena di Casalecchi di Reno, le misure di sicurezza sono state rafforzate, anche se i tifosi israeliani erano pochi.
Monica Raschi