Massimo Gagliardi
Cronaca

Iprite di Hitler: se c'è, il recupero lo paghino i tedeschi

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

Bologna, 14 ottobre 2014 - A proposito delle armi chimiche nel mare di Pesaro, il signor Alessandro Lelli, che si batte per recuperarle, ha mai pensato di rivolgersi alla Eu (commissione europea, direzione generale ambiente) a Bruxelles? Sarà anche un caso di guerra, ma visto che sono stati i tedeschi, ci sarà pure una legge che impone loro di rimuoverle?

maria.piccari@virgilio.it

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

La questione delle armi chimiche fatte inabissare per ordine di Hitler nel '43 al largo di Pesaro, dura ormai da troppo tempo. L'Adriatico, davanti al tratto Fano-Ancona, non arriva a ottanta metri di profondità e non dovrebbe essere difficile (né troppo costoso) fare una veloce ricognizione per capire se ci sono davvero i fusti pieni di iprite oppure no. Se non ci sono, metteremmo fine a dicerie inutilmente allarmistiche. Se ci sono, dovremmo allarmarci davvero. E subito. Ma, e qui mi dissocio dal consiglio della lettrice, prima ancora che il signor Alessandro dovrebbe muoversi lo Stato. D'accordo invece che, nel caso in cui i fusti fossero davvero quelli tedeschi del '43, si promuova una causa davanti a un tribunale internazionale per ottenere il risarcimento della eventuale bonifica.

massimo.gagliardi@ilcarlino.net