Celli, i Verdi escono dalla maggioranza. Qualche considerazione a caldo?
"È Lepore che ha deciso di buttarci fuori. Ha sancito un’insofferenza che andava avanti da tempo: le presunte posizioni pro Putin sono un pretesto". Davide Celli (foto), consigliere comunale del partito ambientalista, non ci sta. Il comunicato con cui il sindaco ha silurato l’unico esponente della compagine ‘green’ in Consiglio comunale non racconta tutta la verità, secondo lui. "Prendo atto che i Verdi sono fuori dalla coalizione di centrosinistra e non avrei mai immaginato che per un pugno di voti avrebbero difeso i pro Putin. C’è un limite a tutto", le parole con cui Lepore ha siglato la fine dell’intesa. La pietra dello scandalo sono le dichiarazioni di Celli in merito alla proiezione del film filorusso ‘Il Testimone’, organizzata nella Casa di quartiere Villa Paradiso per il 27 gennaio. Evento che ha mandato in fibrillazione la giunta, con convocazione del gestore del circolo e richiesta di annullare l’iniziativa. "Sono contrario a ogni forma di censura", aveva detto Celli in aula. Prima di aggiungere: "Credo che tutti noi siamo grandi abbastanza per potere giudicare". Lo strappo tra Verdi e Lepore va avanti da tempo: Celli, ad esempio, non aveva votato a dicembre l’approvazione del Bilancio in consiglio.
Oggi (ieri, ndr) arriva la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso?
"L’insofferenza di cui parlo è legata ad alcune questioni su cui noi di Europa Verde non siamo stati ascoltati".
Quali?
"Dalle proteste alle scuole Besta fino all’abbattimento di tanti alberi: ci tengo a precisare come Putin non centri nulla. Ho solo detto che sono contro la censura...".
Vuole vedere il film?
"Sì, perché bisogna e conoscere anche chi la pensa diversamente. Io sono animalista, ma vado ai convegni di biologi con posizioni molto distanti dalle mie, perché voglio capire per relazionarmi con le altre parti in causa".
Questo ‘strappo’ che conseguenze avrà?
"Resto tendenzialmente convinto che i Verdi devono ricostruire un rapporto amichevole con Lepore. Ma è vero anche che se il sindaco non ci vuole non possiamo costringerlo. Restiamo fermi sulle nostre idee, come sul verde urbano, che va gestito meglio. Ma se uno ci chiede di pensarla in maniera diversa, allora no: non ci stiamo".
Francesco Moroni