Bologna, 22 ottobre 2024 – "Avevo chiesto al collega che era arrivato a sostituirmi che strada avesse fatto per arrivare da Bologna a Loiano. Ero preoccupata per la pioggia". L’incubo della dottoressa Maria Udeanu, che da sei mesi lavora al reparto di Medicina dell’ospedale di Loiano, è iniziato così. Al cambio turno, dopo 12 ore di lavoro in corsia, quando ha preso la macchina per tornare a casa. Non sapeva dell’apocalisse che, di lì a poco, avrebbe travolto Bologna e la sua provincia.
Dottoressa, un incubo iniziato lungo la Futa...
"Avevo smontato alle 20. Avevo preso quella strada perché il mio collega, a cui avevo chiesto consiglio visto che non smetteva di piovere, mi aveva detto di averla percorsa senza trovare ostacoli. Così ho fatto anche io. Ero arrivata a vedere il cartello che indicava Pianoro quando mi sono trovata davanti un albero che ostruiva la strada e un fiume di fango e ghiaia tutt’attorno. E poi, mentre ero ferma, un albero è caduto dietro la mia auto. Ero del tutto intrappolata".
Cosa ha fatto?
"Ho provato a chiamare i vigili del fuoco, ma era intasata la linea. Ho telefonato allora ai carabinieri. E l’operatore del 112 è stato così gentile, mi ha tenuto al telefono per tutto il tempo, mentre allertava i colleghi e fino al loro arrivo. Mi ha dato sicurezza in quel momento, in cui la paura era tantissima. Davvero, non sai cosa fare in certe situazioni".
Ha atteso molto i soccorsi?
"No. All’inizio doveva intervenire una pattuglia da Pianoro, ma anche i carabinieri hanno trovato la strada bloccata. Così ci hanno raggiunto - eravamo in undici bloccati in quel tratto - i militari dalla stazione di Loiano. Per prima cosa ci hanno messo in sicurezza: eravano due donne e nove uomini. Con noi signore i carabinieri hanno avuto quella gentilezza in più, ci hanno fatte salire nelle loro auto, all’asciutto. Eravamo completamente bagnati tutti, i militari hanno messo a rischio la loro incolumità, perché poi neppure loro riuscivano più a muoversi. È dovuta arrivare una ruspa per liberare la strada e permetterci di ripartire".
Non è riuscita comunque a raggiungere subito casa sua.
"No, perché la strada tra Pianoro e Bologna era interrotta in più punti. Abbiamo raggiunto Pianoro vecchia, ci hanno dato ospitalità in parrocchia. Alle 6 del mattino ci è stato comunicato che potevamo ripartire verso Bologna. Io ho atteso le 7,30, perché volevo guidare con la luce: era stato terribile raggiungere Pianoro, la strada sembrava un fiume di fango, c’erano smottamenti ovunque".
A che ora è riuscita ad arrivare a casa?
"Io abito in zona Murri: sono arrivata intorno alle 9 a casa, perché comunque si procedeva a passo d’uomo. Intorno era un disastro. Per fortuna la mia abitazione è in una zona che non è stata raggiunta dalla violenza dell’acqua, ma tutto intorno erano torre smossa e acqua".
Adesso come sta?
"È stata un’esperienza terribile. Se penso che poi, proprio a Pianoro, quel povero ragazzo è morto trascinato dall’acqua mi sento di essere stata davvero fortunata. E mi sento di ringraziare i carabinieri, sia quelli della stazione di Loiano che il collega della sala operativa, che ci hanno dato coraggio e si sono prodigati per aiutarci in una situazione così brutta, pensando sempre prima a noi che a loro stessi".