NICHOLAS MASETTI
Cronaca

Intossicata da Listeria, l’esperta di batteri: “L’infezione diventa grave quando passa nel sangue”

Tiziana Lazzarotto, professoressa ordinaria di microbiologia all'Università degli studi di Bologna, dopo il caso del salmone contaminato: “Rispetto a tanti anni fa il numero dei casi si è ridotto”

Tiziana Lazzarotto, professoressa ordinaria di microbiologia all'Università degli studi di Bologna al Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche

Tiziana Lazzarotto, professoressa ordinaria di microbiologia all'Università degli studi di Bologna al Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche

Bologna, 6 marzo 2025 - “L’infezione da Listeria diventa grave nelle forme invasive e passa dal tessuto intestinale al sangue. Ma rispetto a 50-60 anni fa il numero dei casi si è ridotto notevolmente”. A parlare è Tiziana Lazzarotto, professoressa ordinaria di microbiologia all'Università di Bologna, Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche. Esperta in materia, agli studenti insegna anche le peculiarità di questo batterio che è finito al centro del calvario di una donna di 63 anni bolognese iniziato nel 2023.

Aveva acquistato quattro confezioni di salmone affumicato sottovuoto in un supermercato. Consumato, il giorno successivo inizia a sentirsi male: portata in ospedale ci rimane due mesi, finendo anche in coma e in terapia intensiva. Gli effetti sono devastanti: meningite, polmonite bilaterale, crisi epilettiche, trombosi e problemi cardiaci. Problemi che ancora oggi le danno un 35 per cento di invalidità: “La mia vita è stata stravolta”.

Professoressa Lazzarotto, può il batterio Listeria rovinare la vita di una persona?

“Listeria monocytogenes è un batterio presente in natura ed è causa spesso di infezione alimentare. La sua caratteristica è che nei soggetti infetti aumentano in modo importante i monociti (un tipo di globuli bianchi). L’essere umano lo ospita accidentalmente: nella quasi totalità dei casi avviene attraverso alimenti, ingerendo un cibo infetto. Non solo attraverso il salmone o il pesce, ma anche con carne, latte o verdure. Per questo servono accuratezza nella conservazione e nella cottura del cibo. Ma non è trasmissibile da uomo a uomo”.

Quando un alimento può diventare nocivo per la salute dell'essere umano?

“Parliamo di un batterio particolare che può crescere a quattro gradi ma anche in ambienti ad alte concentrazioni di cloruro di sodio. Rispetto al passato si è ridotta tantissimo l’infezione visto l’aumento delle abitudini a cucinare con attenzione i cibi, a pastorizzare i latticini, al rispetto degli iter per l’affumicatura. Il numero dei casi non è così elevato come tanti anni fa”.

Quali sono i sintomi dell'infezione da Listeria?

“Solitamente vediamo una sintomatologia lieve che dà problemi gastrointestinali, diarrea, cefalea e febbre. Sintomi associabili ad altre infezioni alimentari comuni, come la salmonellosi. Tutto ciò nel giro di qualche giorno sparisce e si arriva alla guarigione, senza complicazioni. Il problema c’è invece quando questo batterio passa dalle cellule del tessuto intestinale al sangue (batteriemia) e tramite il sangue raggiunge altri organi target”.

E quali sono le conseguenze più gravi?

“Se l’infezione arriva ad altri organi target possiamo avere ad esempio compromissione del sistema nervoso centrale con meningite ed encefalite e/o del cuore con endocardite. Una vera e propria forma invasiva. In alcuni casi, soprattutto in chi ha il sistema immunitario più fragile e non riesce quindi a controllare la riproduzione del batterio, l’infezione può portare anche alla morte del paziente. I soggetti fragili e le donne in gravidanza devono fare molta attenzione”.

Cosa è cambiato rispetto al passato?

“Il dilemma, negli anni ‘50 e ‘60, era sulla gravidanza. Perché l’infezione da Listeria può complicarla portando anche al parto prematuro o alla perdita del feto. Questo è un batterio che si può trasmettere verticalmente da madre a feto. In Italia oggi casi del genere sono rarissimi perché il cibo, nella preparazione e nella conservazione, anche a livello industriale, segue rigide normative europee. E quindi è molto più raro trovare alimenti infetti. Noi però all’università insegniamo questa infezione perché un futuro medico deve avere gli input corretti per riconoscere le patologie legate all’infezione da Listeria monocytogenes”.