MONICA RASCHI
Cronaca

Intelligenza artificiale, nuova frontiera: "Torno a vivere con un arto bionico"

Colian Rossi, 34 anni, una mano bruciata da una scarica elettrica e il ’miracolo’ del Centro Inail di Vigorso

Intelligenza artificiale, nuova frontiera: "Torno a vivere con un arto bionico"

Intelligenza artificiale, nuova frontiera: "Torno a vivere con un arto bionico"

Una scarica da quindicimila volt e tutti i tessuti della mano bruciati. Un brutto incidente sul lavoro e la vita che cambia improvvisamente per Colian Rossi, 34 anni, elettricista.

Ora grazie all’intelligenza artificiale applicata a una protesi ’bionica’ la sua mano torna, in qualche modo, a vivere.

Ci può raccontare che cosa le è successo?

"Stavo lavorando a una cabina elettrica e sono stato investito da una carica elettrica a quindicimila volt: la scossa è entrata nella mano destra ed ha praticamente bruciato tutti i tessuti. Sono stato portato al Bufalini dove sono rimasto per un mese nel reparto Grandi ustionati".

Poi cosa è accaduto?

"Sono stato ricoverato per un altro mese in Ortopedia e lì mi hanno dovuto amputare fino all’avanbraccio perché c’era l’infezione".

Come ha affrontato un tale trauma?

"Eh, pian piano ti devi abituare. All’inizio non avevo nulla, nessuna protesi, perché le ferite dovevano guarire bene. Poi mi hanno inviato al Centro protesi Inail di Vigorso dove sono iniziate le valutazioni. Prima ho avuto una protesi meccanica, poi una mioelettronica e adesso questa ’bionica’".

Come si trova?

"Bene: assomiglia molto a una mano reale ed ha una presa molto simila alla mia. Ma quello che è veramente importante è che questi studi stanno andando avanti e ci saranno protesi sempre più raffinate, non solo per me ma anche per altri. Questa è una cosa che mi rende veramente felice, perché c’è un grande futuro davanti".

E’ tornato al suo vecchio lavoro?

"No, sono sempre nella stessa ditta ma in ufficio dove faccio progettazione".

C’è qualcosa che vuole dire a chi sta vivendo quella che è stata la sua situazione passata?

"Sì, bisogna avere speranza e fiducia anche grazie a quello che stanno facendo qui al Centro protesi Inail. Poi una esperienza così importante e difficile ti insegna a superare tante cose, tante difficoltà che prima sembravano enormi e invece ora vengono viste nella giusta dimensione. Poi a marzo divento papà, un’altra cosa fantastica".

Quando vedono la sua mano, ci sono persone che si incuriosiscono?

"Moltissime. Capita spesso che mi fermino, soprattutto quando sono al supermercato e mi osservano mentre prendo qualcosa dagli scaffali e la mano di vede non solo bene ma in azione. Ci sono gli amanti del gaming, dei video giochi, che mi fanno molte domane, sono molto interessati. Poi ci sono i bambini, altra categoria estremamente interessata alla mia mano: vogliono toccarla, vogliono capire come funziona e mi chiedono se sono un supereroe. Devo faticare un po’ per far capire loro che non lo sono".