Vergato (Bologna), 14 marzo 2021 - Il vaccino fatto dieci giorni fa, uno stato fisico che, per ragioni ancora da accertare, nei giorni successivi va via via scemando, l’ultima telefonata a una collega ("Non chiamatemi, fatico a parlare"), infine la morte, la notte scorsa. E ora sarà necessaria un’inchiesta per capire il perché della tragedia che ha colpito Giuseppe Morabito, vicepreside dell’istituto Veggetti di Vergato, ma soprattutto se esiste una correlazione tra la stessa e il vaccino di AstraZeneca.
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"Apriremo un fascicolo, faremo tutti gli accertamenti necessari – spiega il procuratore capo, Giuseppe Amato – ma non c’è nessun allarmismo e nessun indagato al momento. Accerteremo quali sono le cause della morte, poi ne trarremo le conseguenze".
Morto docente a Biella, il Piemonte sospende Astrazeneca - Bollettino Covid del 14 marzo: dati Italia ed Emilia Romagna Il vaccino. Sessantuno anni, originario del sud Italia, a Vergato il professor Morabito era una sorta di istituzione. "Si era trasferito molti anni fa – spiega il sindaco Giuseppe Argentieri, la cui figlia era una sua studentessa –, una persona molto affabile, ha cresciuto intere generazioni". Alcuni giorni fa, ricorda, durante una lezione a distanza aveva accusato un piccolo malessere. "Un attimo di difficoltà – riprende il primo cittadino –, tant’è che i suoi alunni si erano preoccupati". Chi lo conosceva, ricorda che aveva paura di contrarre il Covid e per questo era sempre molto attento e rispettoso delle restrizioni. Il 3 marzo, poi, si era sottoposto al vaccino di AstraZeneca dal medico. "Il 4 marzo – ricorda Manuel Salvaggio, dirigente scolastico della scuola media di Vergato e Grizzana – abbiamo fatto una riunione di presidenza sulla piattaforma Meet e io e i colleghi abbiamo notato che Giuseppe era molto giù. Era strano, quasi assente. Da allora non è più tornato in presenza". "Non chiamatemi". Una condizione di salute che, giorno dopo giorno, sarebbe peggiorata. "Diceva di non preoccuparci – riprende Salvaggio – e che presto si sarebbe ripreso. Alcuni giorni fa gli ho mandato un messaggio su WhatsApp: forza prof, si faccia coraggio. Mi ha risposto: va un po’ meglio dai. Mi riprenderò". L’ultimo contatto, l’avrebbe avuto proprio poche ore prima di morire. Un altro messaggio a una collega: "Non chiamatemi, per cortesia, fatico a rispondervi al telefono". Il cadavere. Ieri mattina la tragica svolta con alcuni colleghi che, non vedendolo da giorni e sentendolo molto male, sospinti dal dirigente scolastico, hanno deciso di andare a trovarlo nella sua casa del centro di Vergato dove viveva da solo. Nessuna risposta dal campanello e dal telefonino. Saranno i sanitari del 118, insieme ai carabinieri di Vergato, a fare il triste ritrovamento: il sessantunenne era a letto, da ore senza vita. Il perché di quel decesso però è ancora tutto da ricostruire. "Accerteremo quali sono le cause – ribadisce il procuratore Amato –, nelle prossime ore investiremo i Nas, ma non diffondiamo terrore. Indagheremo, è il nostro mestiere. Insistiamo con il dire che le vaccinazioni se ci sono vanno fatte, anzi dovrebbero essere fatte a tutti. Al momento non c’è alcuna preoccupazione in questo senso". "Arrivederci prof". L’intera documentazione collegata alla vaccinazione del 3 marzo è già stata acquisita dai carabinieri e anche l’Azienda Usl effettuerà tutti gli accertamenti necessari. Intanto, sul sito del Veggetti, ieri è comparso un lungo ricordo del prof: "Abbiamo imparato tutti molto dal suo modo di vivere la scuola. Cercheremo di farne tesoro. Arrivederci Professor Morabito".
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