Bologna, 5 settembre 2022 - Primi tre casi di influenza sotto le Due Torri all’inizio di settembre: sono stati scoperti al Sant’Orsola. Ed è ricomparso in Emilia-Romagna, dopo un lungo periodo di assenza, anche l’Usutu virus, di origine africana.
Professoressa Tiziana Lazzarotto, i risultati dei test l’hanno sorpresa?
"Sì, sono stupita. Non era mai successo di identificare casi di influenza in questo periodo. Tra l’altro, si tratta di campioni analizzati tutti venerdì scorso", risponde la direttrice della Microbiologia del Policlinico.
Chi ha contratto il virus?
"Un bambino di tre anni e due ragazzi, uno di 18 e l’altro di 28 anni: vivono nella nostra provincia, ma non si tratta di casi collegati. Tutti sono arrivati in ospedale con problemi di natura respiratoria e uno dei due adulti ha sviluppato anche una polmonite. Ma sono risultati Covid negativi e quindi abbiamo ampliato i test".
E che cosa avete trovato?
"Abbiamo prima identificato il virus di tipo A e poi abbiamo tipizzato il ceppo H3N2, è lo stesso che circolava anche durante la stagione 2021-2022".
Quale è stato l’andamento della scorsa stagione?
"L’influenza era circolata principalmente tra febbraio e aprile, con ritardo rispetto al classico periodo che va generalmente da ottobre-novembre, con picco tra gennaio e febbraio, e poi il calo tra marzo e aprile. Quest’anno, invece, i primi casi li abbiamo identificati a fine gennaio e gli ultimi a maggio, quindi è stata una stagione completamente anomala rispetto al passato".
Lo scorso anno quanti test avevate effettuato?
"Avevamo esaminato i campioni respiratori di 1.345 pazienti e 226 sono risultati positivi al virus dell’influenza AH3N2, ossia il 16,8%. Nella stagione 2020-2021 nessun caso: il lockdown, le misure di prevenzione e la mascherina ci avevano protetto. Invece, nel periodo precedente, 2019-2020, avevamo osservato il 7,1% dei positivi".
Che cosa si attende per il prossimo inverno?
"Prevedo una circolazione importante del virus, come negli anni precedenti la pandemia. Ho visto i dati dell’Australia, dove ora sta per terminare l’inverno: anche lì è stata identificata in anticipo la presenza del virus influenzale, principalmente H3N2, ma è stata anche isolata la variante H1N1. In genere, quello che avviene in Australia è lo specchio di quello che poi accadrà nel nostro emisfero. Quindi, quest’anno sarà molto importante proteggersi con il vaccino antinfluenzale".
Sono comparsi altri virus particolari?
"Dopo circa 10 anni di assenza, abbiamo identificato nel nostro laboratorio del Creem, il Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche, il primo caso in Emilia-Romagna di malattia da Usutu virus in un paziente ottantenne di Reggio Emilia: si tratta di un’infezione aviaria, di origine africana, molto rara nell’uomo. Il vettore per l’uomo è la zanzara che ha punto uccelli migratori contagiati. L’Usutu virus è simile al West Nile virus".
Quanti sono finora i casi di West Nile?
"Il Creem ha esaminato i campioni di 446 pazienti, di cui 52 sono risultati positivi e tra questi 24 hanno sviluppato la malattia neuroinvasiva, due sono pazienti di Bologna. Purtroppo, è stata registrata una vittima a Ferrara. La circolazione è aumentata, ma non ha raggiunto le percentuali del 2018".
E il vaiolo delle scimmie?
"I pazienti positivi sono saliti a 34 in provincia. La trasmissione è inter-umana, avviene attraverso il contatto stretto con il liquido vescicale, ma abbiamo trovato il virus anche in altri liquidi biologici".
Che cosa pensa di questo nuovo scenario?
"La presenza di diversi Arbovirus, ossia virus trasmessi all’uomo da insetti, e la comparsa in anticipo del virus dell’influenza ci fanno pensare che stiamo tornando a una epidemiologia delle infezioni quasi totalmente scomparsa durante l’emergenza Covid. Insomma, si torna a uno scenario pre-pandemico".