MONICA RASCHI
Cronaca

Influenza aviaria nell’allevamento di pollame, guarito il secondo gatto che era stato infettato

Un felino è deceduto dopo il contagio, ma l’altro sta bene ed è tornato nella fattoria. Focolaio eliminato

Un felino è deceduto dopo il contagio, ma l’altro sta bene ed è tornato nella fattoria. Focolaio eliminato

Un felino è deceduto dopo il contagio, ma l’altro sta bene ed è tornato nella fattoria. Focolaio eliminato

VAlsamoggia (Bolgona), 30 gennaio 2025 – Il virus dell’aviaria aveva colpito un piccolo allevamento di pollame della Valsamoggia, circa un mese fa, e uno dei gatti che vivevano nella fattoria a stretto contatto con i polli era stato contagiato ed era deceduto, primo caso in Italia. Anche un altro felino che viveva nella fattoria, anche lui a stretto contatto con il pollame era stato infettato, ma è guarito. La conferma da Giovanni Tosi, direttore dello Zooprofilattico, sede di Forlì (laboratorio di riferimento della regione Emilia-Romagna per l’aviaria): "Dalle analisi effettuate sul sangue del gatto, sono stati trovati gli anticorpi al virus e questo dimostra che anche lui è stato infettato, ma ha superato l’infezione. Probabilmente aveva un sistema immunitario migliore dell’altro gatto". Adesso il micio è tornato nella fattoria, spiega sempre Tosi: "È sempre sotto osservazione da parte del servizio veterinario, ma non è più ricoverato, è tornato a casa. Questa è una buona cosa".

L’allevamento, una piccola struttura dove però erano stati abbattuti una ventina di capi a causa dell’infezione, non ha ancora riaperto: "È ancora vuoto, nel senso che ci sono ancora dei tempi da rispettare, in via precauzionale, per essere assolutamente certi che quando gli animali rientreranno sia tutto perfettamente sicuro". Il focolaio, grazie ai sistemi di stretta sorveglianza sugli allevamenti e anche per il fatto che il virus uccide in modo molto veloce, quindi gli allevatori se ne accorgono subito, è stato immediatamente circoscritto e debellato attraverso tutte le misure di bio-sicurezza previste in questi casi che hanno interessato anche tutte le altre fattorie circostanti ma, a tutt’oggi, non sono stati registrati altri casi di influenza aviaria, come rassicura sempre il direttore Tosi.

"Il monitoraggio dell’aviaria è stretto in tutti gli allevamenti del nostro Paese da molti anni e soprattutto nelle zone a rischio come Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna. Così come anche sulla fauna selvatica", sottolinea Tosi. Nel nostro Paese non si è mai verificato, almeno al momento, un contagio verso un essere umano.