MONICA RASCHI
Cronaca

Influenza 2024 a Bologna: il picco ai primi di gennaio

Intervista a Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di Salute pubblica dell’Azienda Usl: “Il Natale dovrebbe passare indenne. L’incidenza della malattia è prevista più bassa rispetto al passato”

Bologna, 23 dicembre 2024 – L’influenza sta già colpendo i bolognesi dai primi di dicembre, ma il vero e proprio picco di ammalati è atteso non prima della fine dell’anno e primi giorni di gennaio. Quindi il Natale, secondo le previsioni del Dipartimento di Salute pubblica dell’Ausl, dovrebbe passare indenne.

“Il virus influenzale che sta colpendo i bolognesi è prevalentemente del ceppo A, quella che stiamo già registrando da qualche anno – spiega Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di Salute pubblica –. Stiamo somministrando un vaccino quadrivalente che ha due ceppi di tipo A e due di tipo B, ma con ogni probabilità, il prossimo anno, ne avremo uno trivalente, due ceppi A e uno B, alcuni tipi nelle varie stagioni, tendono a scomparire. In questo momento i livelli di contagio sono circa tre casi in meno ogni mille persone rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – illustra –. Quindi registriamo circa nove casi di influenza ogni mille bolognesi, lo scorso inverno ne avevamo quasi dodici. L’influenza quindi c’è, circola ma il potenziale picco dovrebbe essere un po’ più lento e presentarsi non durante le feste di Natale come accaduto lo scorso anno, ma leggermente più tardivo, quindi verso la fine dell’anno, inizi del mese di gennaio”.

Secondo il parere dello studioso, dovrebbe essere anche di minore intensità: “Nella passata stagione influenzale il picco è stato di 25 ammalati su mille abitanti, probabilmente ci assesteremo sui dieci ogni mille. Questo almeno secondo le previsioni che, bisogna sottolineare, non sono assolute: possono comunque esserci dei picchi in alcune settimane. Quest’anno lo abbiamo avuto ai primi di dicembre e lo scorso anno nelle ultime due, sempre di dicembre”.

Come tutti gli anni, la popolazione più colpita è quella dei bambini, chiarisce Pandolfi, “dai zero ai quattro anni, dove l’incidenza degli ammalati è attualmente di 14,5 casi su mille, mentre negli anziani è di circa cinque su mille, quando il valore medio tra tutti è appunto di circa nove. Il fatto che il virus colpisca di più di piccoli non è una rarità: tra di loro c’è una maggiore promiscuità, quando c’è un caso questo gira molto più velocemente e il loro sistema immunitario è più reattivo. Una situazione, quella dei contatti più stretti, che negli adulti e anziani c’è meno”.

Il direttore sottolinea che la vaccinazione antinfluenzale sta andando molto bene: “Abbiamo effettuato più di 10mila dosi in più rispetto allo scorso anno. C’è stato un incremento importante, non tanto nelle persone anziane, quanto nella popolazione di fragili, adulti sotto i 65 anni, ma anche bambini. L’orientamento della campagna vaccinale, quest’anno, è stata come sempre verso gli anziani che, più o meno, hanno la stessa copertura dello scorso anno, ma soprattutto verso tutti i fragili, quindi persone con problemi cardiaci, diabetici. Ma anche i caregiver hanno avuto un incremento – fa notare –, quindi sono stati molti che pur non essendo loro in una situazione di fragilità, hanno comunque effettuato il vaccino per fare da ‘scudo’ a familiari anziani o comunque più deboli. Anche per quanto riguarda gli operatori sanitari, quest’anno, abbiamo registrato un incremento dei vaccinati. Cosa anche questa molto importante sempre ai fini della difesa della comunità”.