Bologna, 22 dicembre 2024 – “Sono viva per un soffio. Stesa a terra, dopo che un camion betoniera mi ha investito senza poi fermarsi, pensavo che non ce l’avrei fatta. Le piste ciclabili non sono sicure, quando mi alzerò da questo letto di ospedale mi batterò con tutte le mie forze affinché siano migliorate”.
Alice Guerra, 36 anni, originaria di Pesaro, insegna Economia all’Università di Bologna. Sabato 14 dicembre, attorno alle 12.30, si stava allenando in bici. Era in via Toscana, sulla pista ciclabile, quando “un camion betoniera ha invaso la pista e mi ha investita – racconta dal Maggiore, dove è tuttora ricoverata –. Sono ancora qui, a raccontarla, per miracolo. Il mezzo mi ha urtato e ha continuato la sua corsa, forse non si è nemmeno accorto dell’incidente, io sono stata sbalzata via e mi sono trovata a terra. Sono stata soccorsa dai passanti. È arrivata l’ambulanza, mi hanno caricato sul ’cucchiaio’, poi mi hanno portato in ospedale”.
Dove è iniziato il calvario della donna. “Sono stata sottoposta a un intervento di otto ore al bacino, con anestesia totale”, ha problemi al piede, al collo e alla schiena, dovrà indossare il busto. Sarà costretta all’immobilità forzata per almeno un mese.
“Chi ha visto qualcosa, parli – l’appello della famiglia –, aiutateci a ricostruire la dinamica dell’accaduto e a rintracciare il conducente”.
Indaga la polizia locale di San Lazzaro, ma via Toscana è di competenza in altri tratti anche del Comune di Bologna e di Pianoro. La polizia locale di San Lazzaro è in attesa di poter visionare le immagini delle telecamere, che appartengono appunto ad altri comuni.
Via Toscana è nota per essere teatro di incidenti, anche molto gravi (fino a quello fatale, alla fine di novembre scorso, costato la vita al dentista Antonio Cavallaro, che era uscito per una passeggiata in bici).
Più cura delle piste ciclabili e anche dei percorsi per i pedoni, questa la richiesta di Guerra. “Finchè le piste ciclabili resteranno così pericolose, morirà sempre più gente. Mi chiedo quante vittime saranno necessarie prima che si decida di rifare almeno questa pista (di via Toscana). L’auspicio è che questo ennesimo incidente serva almeno da monito per accelerare interventi concreti a tutela di chi ogni giorno si muove in bicicletta o a piedi per le strade cittadine”.
E aggiunge: “Nel caso delle ciclabili, ad esempio, basterebbe davvero poco: un cordolo a protezione o anche le bande sonore che segnalano quando si sta uscendo dalla carreggiata”.
Un impegno e una promessa: “Quando uscirò dall’ospedale, lotterò per questo. Mi unirò a tutte le associazioni che si battono per la sicurezza dei ciclisti e dei pedoni e per migliorare la sicurezza sulle strade in genere”. Da poco è stato aggiornato il Codice della strada, ma “le normative, per quanto necessarie, sembrano insufficienti di fronte a infrastrutture inadeguate e mal progettate”.