Camugnano (Bologna), 11 aprile 2024 – Una super perizia per fare luce su cosa è successo nella centrale idroelettrica di Enel Green Power a Bargi di Camugnano, nell’Appennino bolognese.
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La disporrà la Procura per capire cosa sia andato storto, cosa può avere causato la violenta esplosione che martedì ha squarciato la quiete della frazioncina immersa nel verde e affacciata sul lago di Suviana, trascinando con sé tre tecnici che stavano lavorando all’ammodernamento delle turbine della centrale e provocando cinque feriti, mentre nelle profondità dello stabilimento, a 40 metri di profondità, ancora quattro uomini sono dispersi. E la speranza di trovarli vivi si affievolisce di ora in ora.
La Procura bolognese, con il procuratore capo Giuseppe Amato e il sostituto Flavio Lazzarini, ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Per ora non ci sono indagati, ma non è escluso che in futuro possano essere iscritti i legali rappresentanti delle ditte coinvolte, quantomeno per poter nominare consulenti propri per partecipare agli accertamenti tecnici. Non solo: nel mirino degli inquirenti finirà di certo anche la catena degli appalti che ha portato alla centrale trasformatasi in un inferno di acqua e fuoco i tecnici specializzati rimasti coinvolti.
Erano in 15 infatti i lavoratori impegnati nell’attività di ‘revamping’ (cioè ammodernamento) e di revisione delle turbine dello stabilimento idroelettrico, di cui uno solo dipendente di Enel Green Power e gli altri invece di tre ditte incaricate in subappalto dei lavori avviati nel 2022: in particolare, sono rimasti coinvolti i lavoratori di Abb, Voith e Lab Engineering. Queste non erano le uniche ditte coinvolte nell’appalto, ma sono quelle di cui erano dipendenti i lavoratori deceduti e tre dei quattro dispersi (uno era appunto il dipendente Enel). Verranno acquisiti tutti i documenti dalla Procura. Fondamentali saranno anche le relazioni della Medicina del lavoro e dei vigili del fuoco, in particolare sui sistemi di sicurezza nell’impianto. Verranno poi sentiti, appena possibile, i feriti più lievi e gli operai rimasti illesi.
A esplodere, stando alle primissime ipotesi formulate dagli esperti intervenuti sul posto, è stata una turbina al piano -8 della centrale (circa 40 metri sotto il livello del lago), su cui si stava eseguendo una prova a massima potenza in fase di collaudo; lo scoppio potrebbe essere stato causato da un trasformatore interno. Parrebbe più remota al momento la possibilità di un errore ’manuale’, fatto sul posto da uno dei lavoratori. Si tratta del primo caso di un incidente simile: l’esplosione ha scatenato un inferno di fuoco e oltre ad avere fatto crollare il solaio del piano coinvolto ha anche rotto alcuni tubi di raffreddamento, da cui pare sia poi uscita l’acqua gelida che ha invaso il piano sottostante, il -9, in cui i vigili del fuoco stanno cercando i quattro dispersi, tuttora intrappolati sottoterra nella centrale.
Nel frattempo Enel Green Power ribadisce che "continuerà a dare ogni forma di collaborazione alle autorità preposte per accertare i fatti". E specifica: "Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, Abb e Voith. Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo". Si sottolinea poi come "l’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, si è recato immediatamente sul luogo per coordinare di persona le attività aziendali in raccordo con le autorità competenti", autorità che "ringrazia per l’incessante lavoro alle operazioni di soccorso, cui si sta prestando il massimo supporto".