Inchiesta sui neonazisti, i giudici del Riesame di Bologna hanno disposto la scarcerazione, senza misure cautelari, di due indagati nell’ambito dell’inchiesta che ha portato, nelle scorse settimane, a sgominare l’organizzazione suprematista e neonazista: si tratta del 26enne palermitano Pierluigi Cilano, difeso dagli avvocati Ercole Cavarretta e Giuseppe Di Stefano e non ritenuto dagli inquirenti tra i capi dell’organizzazione, e di Alessandro Giuliano, 51enne bolognese, difeso dall’avvocato Gabriele Bordoni, per il quale era stata inizialmente disposta la custodia in carcere e che nei giorni scorsi era stato trasferito nel carcere di Sassari. Nonostante ne fosse stato deciso il trasferimento in una sezione di alta sicurezza, il 51enne è ritenuto una figura di secondo piano all’interno dell’organizzazione: pertanto, farà ora ritorno da Sassari. "Sono soddisfatto che il riesame abbia ridimensionato la misura e di conseguenza le contestazioni al mio assistito", ha detto l’avvocato Bordoni.
L’unico a rispondere all’interrogatorio di garanzia era stato proprio Giuliano, che già per la pm Rossella Poggioli ebbe un ruolo più defilato nel gruppo. L’operaio aveva ricostruito per la gip i propri contatti con la Werwolf: a fine 2022 avrebbe conosciuto Daniele Trevisani e Nicotra a una manifestazione (autorizzata) no vax e in primavera sarebbe stato inserito nella chat Telegram. Dopo un paio di mesi però, accortosi della ’piega’ dei contenuti, avrebbe deciso di defilarsi cancellando l’app. Le armi che gli sono state sequestrate sarebbero "pistole da soft air e armi bianche senza filo, da esposizione". Al Riesame, è caduta la contestazione di associazione a delinquere.