Bologna, 7 agosto 2018 - Coma una bomba. Il boato, l’onda d’urto, una pioggia di fiamme, schegge e scintille. L’inferno. Un morto (Andrea Anzolin, 42 anni di Agugliaro nel Vicentino), cento feriti, decine gli evacuati. Tutto per un tamponamento sull'A14, all'altezza di Borgo Panigale. La cronaca della giornata di ieri non è quella di un semplice incidente agostano in autostrada: vista dall’alto c’è un cratere che evoca le peggiori pagine di storia del paese e di un uomo non sono rimasti che brandelli carbonizzati.
L’apocalisse è piombata su Bologna che non erano nemmeno le 14, in piena pausa pranzo, quando una cisterna contenente Gpl ha tamponato un tir che a sua volta è piombato contro una bisarca. Prima si è incendiato il tir, dopo alcuni minuti, è esplosa la cisterna. La deflagrazione ha fatto collassare il ponte dell'A14 e a quel punto si è scatenato l'inferno.
L'onda d'urto ha raggiunto negozi e case in tutta la zona provacando un centinaio di feriti e l'Italia è rimasta tagliata in due per tutta la giornata. Decine di residenti sono stati evacuati e hanno passato la notte da parenti o in hotel. La Procura (VIDEO) ha aperto un'inchiesta per disastro colposo e oggi il premier Giuseppe Conte è atteso in città.
L'autostrada mostra un cratere da scenario di guerra che difficilmente potrà essere ripristinato in poco tempo. Autostrade e la prefettura hanno già comunicato la viabilità alternativa, indicando una serie di percorsi prestabiliti per chi si trova a dover passare nel nodo di Bologna.
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LA TESTIMONIANZA - Ore 13,45, la sala piena di clienti. Sono in pausa pranzo, in un lunedì qualsiasi d’agosto al ristorante ‘Randagio’ di via Marco Emilio Lepido. A pochi metri da loro, in autostrada, era appena avvenuto un tamponamento tra mezzi pesanti. Alcuni, del locale e passanti in strada, guardavano l’alta colonna di fumo levarsi là sopra, oltre i tetti delle concessionarie, ignari di ciò che sarebbe accaduto. Poi, all’improvviso, l’onda d’urto. "È esploso tutto, anche le bottiglie in tavola mentre servivo i clienti", racconta Lucia Milesi, sorella della titolare. E in un attimo è stato l’inferno.
LEGGI ANCHE - L'esperto: "Le merci pericolose sono mine vaganti" "Siamo scappati fuori, insieme con i clienti, dalla porta laterale che dà su via Correnti – racconta Lucia insieme con il cuoco mentre mostra ciò che resta della cucina e della sala –. Non si poteva fare diversamente: sulla porta principale è piovuta la gomma di un camion in fiamme. Sembrava un metorite, una palla di fuoco (VIDEO)". Fuori, sulla soglia, ciò che resta dello pneumatico bruciato dopo aver incenerito tendone, serramenti e auto parcheggiate davanti al locale.
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Una proprio del ristorante. Aggirarsi nella sala è spettrale. Sui tavoli, ancora le portate intonse di alcuni clienti. "Saranno stati almeno una quarantina al momento dell’esplosione", racconta il cuoco mentre si fa largo tra le sedie rovesciate, cocci di vetri ovunque e un tappeto di fuliggine. Tra loro anche Marco Rosadini di Arezzo: "A un certo punto – dice –, abbiamo sentito uno scoppio violentissimo: ho pensato ad un attentato. Poi con la deflagrazione il tetto di vetro del ristorante ha iniziato a crollare: le persone hanno iniziato a scappare. Eravamo seduti, a un certo punto si è sentito un boato fortissimo e ha cominciato a venire giù tutto. Ho guardato fuori e mi è sembrata di vedere tutta una parete di fiamme». Quindi «ci sono stati 7-8 minuti di scoppi: non ho davvero pensato a un incidente, avevo pensato ad un attentato". L'onda d’urto ha staccato plafoniere della cucina, crollate sul pavimento. In strada, però, è tutto un tappeto di vetri. Del palazzo antistante l’uscita secondaria del ristorante, in via Correnti, non si è salvata quasi neanche una finestra. Le saracinesche dei garage e le tapparelle sono incurvate, come sfondate. "Uscite, uscite tutti non è sicuro", l’ordine che i vigili del fuoco e le forze dell’ordine impartiscono a chi tenta di rientrare negli stabili più prossimi all’autostrada. Solo alcuni, scortati, hanno potuto rimettere piede nelle loro abitazioni. Giusto il tempo di uscirne con i cani in braccio e la gabbia degli uccellini in mano, o in un caso il gatto anziano nella sporta della spesa. "Ero al lavoro, appena ho saputo mi sono fiondato qui", racconta un ragazzo che abbraccia stretto il suo cagnolino. Ed è impossibile dire chi tremi di più tra i due.