Bologna, 20 gennaio 2024 – La Casa delle donne per non subire violenza ha una nuova casa, nel cuore della Cirenaica. In via Masia 19/a, al piano terra, ha aperto da pochi giorni il nuovo centro antiviolenza, ampio, funzionale e senza barriere architettoniche, che è stato inaugurato ufficialmente nel pomeriggio.
A tagliare il nastro rosa, all’ingresso del nuovo spazio, c’erano il sindaco Matteo Lepore, la vicesindaca Emily Clancy, l’assessora allo Sport e al Bilancio, Roberta Li Calzi e la Responsabile del Piano per l’Uguaglianza, Simona Lembi. All’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, anche la segretaria del Pd bolognese e presidente del Quartiere Navile, Federica Mazzoni, la presidente del Quartiere Cirenaica, Adriana Locascio. A fare gli onori di casa, Susanna Zaccaria, presidente della Casa delle Donne, e Luca Lorenzini, presidente di Cooperativa Risanamento, proprietaria dell’immobile che ospita la nuova sede del centro. “Erano anni che noi cercavamo una sede adatta per spostarci dalla sede storica della Casa delle Donne” in via dell’Oro, “sede che doveva avere determinate caratteristiche”, perché oltre al servizio di accoglienza in LIS per le donne sorde era necessario uno spazio privo di barriere architettoniche, spiega la presidente Zaccaria.
La nuova sede, di proprietà della Cooperativa Risanamento e rappresenta anche “l’inizio di una nuova collaborazione sociale”. “Ci fa molto piacere ospitare Casa delle Donne in questo spazio alla Cirenaica dove prima c’era una banca – fa eco il presidente di Cooperativa Risanamento, Luca Lorenzini – e che adesso è aperto anche al quartiere dove abbiamo circa 500 appartamenti. Il nostro mandato e tornare in mezzo ai nostri soci e alle comunità in cui siamo presenti”. “Siamo molto contenti e orgogliosi di voi”, ha detto il sindaco Matteo Lepore, rivolgendosi alle operatrici della Casa delle Donne. Il primo cittadino ha anche voluto ringraziare la Cooperativa Risanamento che si è “assunta la responsabilità di fare spazio per i diritti di tutte e di tutti” con un gesto “bello, importante e identitario di quello che Bologna è e vogliamo che continui ad essere”. “La Casa delle Donne per la comunità bolognese e non solo è un servizio pubblico a tutti gli effetti – prosegue Lepore – ma ha plasmato il modo di vedere nuovo che Bologna deve avere verso il tema della violenza, della questione di genere e della cura che ci dobbiamo prendere gli uni degli altri”.
Un seme che ha germogliato anche “nel nostro modo di fare politica all’interno delle istituzioni – precisa Lepore – e che con il Piano per l’Uguaglianza metropolitano abbiamo cercato di portare in tutta l’area metropolitana”. Se Bologna è “una città rifugio per tanti”, non sempre lo stesso vale per l’hinterland, le altre città e aree d’Italia e per Lepore serve maggiore consapevolezza.
Se la sensibilità su questi temi si è alzata, anche dopo tanti femminicidi, come quello di Alessandra Matteuzzi, restano ancora tante, troppe le denunce. Segnale che sempre più donne si fidano delle forze dell’ordine e cominciano un percorso per affrancarsi dagli abusi e dalle violenze. L’intento dell’amministrazione è “continuare a sostenere i centri antiviolenza della rete e continuare ad imparare”, com’è avvenuto grazie alla collaborazione con la Casa delle Donne. “Fiera e orgogliosa” di aver contribuito a far conferire dal parte del Presidente della Repubblica il cavalierato alla presidente della Casa delle Donne è Simona Lembi, che sottolinea l’importanza del riconoscimento “da parte delle istituzioni pubbliche del valore dei centri antiviolenza, circostanza ancora non scontata”. Anche lo Sport può contribuire a diffondere “tanti messaggi importanti, tra cui quelli a favore della Casa delle Donne e in generale a tutela di tutte le donne”, sottolinea l’assessora Li Calzi che punta a realizzare nuovi progetti in questo senso. “Qualche decennio fa un gruppo coraggioso di donne si è inventato la Casa delle Donne – osserva la vicesindaca Clancy – e un modo di contrastare la violenza di genere diverso, accogliendo le donne nel momento più difficile della loro vita grazie a operatrici formate su questi temi”. Un paradigma nuovo, che ha fatto scuola nel resto d’Italia e aiutato tante persone ad aprire gli occhi sul fatto “che viviamo in una società estremamente patriarcale” e che “la violenza di genere attraversa ogni ceto, provenienza geografica e sguardo”, alle volte ‘contagiando’ anche le donne stesse, osserva Clancy.
“L’identità di Bologna è fatta da iniziative come questa – conclude - che nascono dal basso e arrivano a permeare le istituzioni”.
"Questo è un momento importante per Bologna e per gli uomini e le donne di questa città - aggiunge Federica Mazzoni - perché contrastare la violenza di genere è un modo di intendere la politica e di come cambiare la società. Anche per questo è importante che la Casa abbia trovato una nuoca casa grazie alla Cooperativa Risanamento nel cuore della Cirenaica".