"Non si capisce Bologna se non si viene all’Interporto". A parlare è il cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi che ieri ha benedetto il nuovo centro d’ascolto della Caritas diocesana, all’interno dell’Interporto di Bentivoglio. Lo sportello intende mettersi al servizio sia dei lavoratori delle aziende interne all’infrastruttura sia del territorio. Lo scopo è quello di ascoltare ed orientare le persone, intervenendo con azioni di aiuto quando necessario.
"Il porto – ha continuato il cardinale - è il luogo dell’accoglienza, perché da qui si capisce quello che saremo. Qui si entra nel mondo che il porto accoglie. Senza Interporto non si va avanti e non si va avanti senza quelli che ci lavorano. Senza i lavoratori che vengono da tutte le parti del mondo. Senza di loro non potremo vivere su tantissime cose. Il problema della casa lo percepiamo forte; molti lavoratori hanno questo problema. Se non c’è casa manca tutto".
Il Centro di ascolto diocesano Caritas si trova all’ingresso dell’Interporto e si rivolge a persone che vivono in condizioni di povertà e che ancora non hanno trovato accoglienza e ascolto nella comunità parrocchiale. Inoltre il servizio comprende la rete di ascolto. Perché ci sarà un continuo dialogo con i centri di ascolto parrocchiali, vicariali o di zona e delle parrocchie.
"Siamo grati a Caritas – ha affermato Marco Spinedi, direttore dell’Interporto - che ha deciso di aprire questo nuovo servizio a supporto dei lavoratori. All’interno di Interporto lavorano oltre 6mila persone e non sempre le condizioni economiche sono ottimali; per cui sapere di poter contare su un servizio concreto sarà certamente di aiuto per diverse persone".
"L’apertura del centro d’ascolto Caritas – ha aggiunto il direttore della Logistica Etica Alessandro Alberani Alberani - si inserisce nel progetto di logistica etica, che mette le persone al centro ed ha già visto la partenza di altri servizi dedicati ai lavoratori: il centro sportivo e il centro medico. E che farà un ulteriore passo avanti con una ’school’ dedicata alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Qui siamo al paradosso- afferma Alberani- in Interporto mancano 200 autisti di camion e altre figure professionali che di solito sono coperte dai lavoratori migranti. E il Governo cosa fa? Porta i barconi in Albania, come se fossero rifiuti tossici, così non va" .
Dopo lo sportello d’ascolto dentro l’Interporto, ora la Caritas di Bologna punta a dare anche una casa ai lavoratori in difficoltà, non solo del polo logistico ma anche del vicino Centergross, grazie alla riqualificazione di un edificio dell’Opera Bargellini. Sarà una "casa d’accoglienza rivolta ai giovani lavoratori che non trovano alloggio- spiega il direttore della Caritas diocesana, don Matteo Prosperini- siamo lavorando per realizzarla. Il lavoro non basta più oggi, il tema casa è drammatico. E’ il bisogno dei bisogni".
Ascolto, sussidi ma anche orientamento e formazione, perché nello stesso spazio troverà posto anche ‘Insieme per il Lavoro’, il progetto di Comune e Arcidiocesi per soggetti fragili in cerca di occupazione. Il prefabbricato in cui avrà sede il punto Caritas arriverà il prossimo 28 novembre, ieri intanto è stato tagliato simbolicamente il nastro alla presenza del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna. Tra le autorità erano presenti i sindaci Erika Ferranti (Bentivoglio) e Paolo Crescimbeni (San Giorgio di Piano), l’assessore comunale di Argelato Luisa Carpani e Sergio Lo Giudice capo di gabinetto della Città metropolitana.
Pier Luigi Trombetta