REDAZIONE BOLOGNA

In mille in marcia per il clima. Il flashmob in piazza Maggiore: "Tutta la regione in emergenza"

Decine le sigle, arrivate anche da altre province, per chiedere un cambio di passo. Gli attivisti hanno simulato di annaspare e annegare travolti da un’ondata di piena .

In mille in marcia per il clima. Il flashmob in piazza Maggiore: "Tutta la regione in emergenza"

Decine le sigle, arrivate anche da altre province, per chiedere un cambio di passo. Gli attivisti hanno simulato di annaspare e annegare travolti da un’ondata di piena .

Un timido sole, a dispetto dell’annunciata allerta meteo, ha scaldato i circa mille partecipanti alla marcia ambientalista ‘Non è maltempo, è crisi climatica’. Decine le sigle e associazioni, arrivate anche dal resto della regione, che hanno preso parte al corteo, partito nel primo pomeriggio da piazza dell’Unità, in Bolognina. Oltre a Legambiente, in prima fila, i bolognesi ‘No Besta’ e ‘No Passante’, gli studenti del collettivo Cambiare rotta e di Extinction Rebellion, il circolo anarchico Berneri e poi rappresentanti di Potere al Popolo e Rifondazione. Ma c’erano anche persone arrivate da Modena, da Ravenna, da Parma. "Noi il fanco sugli stivali, voi il sangue sulle mani", recitava uno degli striscioni, accompagnato dal coro "Da Piacenza a Faenza è tutta emergenza". Tante voci diverse, per un unico obiettivo: salvaguardare l’ambiente per rallentare gli effetti drammatici del cambiamento climatico, in questi giorni più che mai sotto gli occhi di tutti, dopo l’alluvione che ha sommerso Bologna e la sua provincia. E proprio nel cuore della città, in piazza Maggiore, alcuni degli organizzatori della marcia hanno messo in scena un flashmob. Occhialini da piscina, hanno simulato di annaspare, travolti da un’ondata di piena.

L’ultimo momento a conclusione di una marcia pacifica, che attraverso via Stalingrado si è snodata in centro, da porta Mascarella fino a via Irnerio, via Indipendenza per concludere in piazza, accolti dalle facce stupite dei tantissimi che, approfittando della tregua dalla pioggia, avevano deciso di fare una passeggiata all’ombra del Nettuno. Nessun problema è stato registrato dalla Digos che, come di consueto, ha seguito e monitorato lo svolgimento della manifestazione: solo la voglia di chiedere un cambio di passo, mettere nel cassetto progetti ritenuti invasivi per un territorio già provato da una massiccia cementificazione e trovare, insieme, un nuovo approccio. L’occasione è stata anche il momento per ricordare non solo Simone Farinelli, il ventenne travolto dalla piena a Botteghino di Zocca, ma anche i due giovani operai morti nel tragico incidente alla Toyota mercoledì, Fabio Tosi e Lorenzo Cubello.

n. t.