ENRICO AGNESSI
Cronaca

In campo l’Italia del bene: “Nel nostro magazzino raccogliamo il cibo per 128mila poveri”

La Fondazione Banco Alimentare Emilia-Romagna, attiva dal 1991, distribuisce cibo a 128mila persone in Emilia-Romagna. La Colletta alimentare raccoglie 800mila chili di cibo in 1.100 punti vendita, con 14mila volontari. Un gesto di gratuità che fa bene a chi lo riceve e a chi lo compie

In campo l’Italia del bene: "Nel nostro magazzino raccogliamo il cibo per 128mila poveri"

Imola, 17 novembre 2023 – Un viavai costante di furgoni: arrivano vuoti e vanno via stipati di cibo. Dipendenti e soprattutto volontari caricano la merce, già accuratamente preparata e imballata in precedenza, sul mezzo. Il portellone si chiude. E i due colpi con la mano sono il segnale che l’autista può ripartire. Ci si vede il mese prossimo. Avanti così per una ventina di volte al giorno, dal lunedì al venerdì. È la grande macchina della solidarietà che si mette in viaggio.

Zello, prima campagna di Imola, a due passi dalla via Emilia. Qui la Fondazione Banco Alimentare Emilia-Romagna, attiva dal 1991 e che oggi ha la propria sede amministrativa e direzionale proprio nella città della Formula 1, ha uno dei suoi due magazzini regionali.

Un vero e proprio centro logistico. I mezzi che arrivano a prelevare sono quelli delle oltre 500 organizzazioni benefiche convenzionate (730 compreso il deposito di Parma), di cui una trentina attive nel circondario imolese. Partner territoriali come Caritas, empori solidali, mense per i poveri. Il cibo viene donato dal mondo dell’industria, da quello dell’ortofrutta e dai supermercati. Ma anche dal Fondo di aiuti europei agli indigenti coordinato appunto dall’Ue e da un analogo programma nazionale.

Ci sono prodotti a lunga conservazione, ma non mancano quelli deperibili. Ecco perché, considerando che tutto va poi distribuiti a quanti non sono in grado di garantire un’alimentazione sufficiente a se stessi e alla propria famiglia, la programmazione è cruciale. Solo così quanto andrebbe sprecato diventa invece una risorsa preziosa per chi ha troppo poco; e si trasforma lo scarto in un valore. Solo così, assieme all’aiuto materiale, chi si trova in difficoltà riceve una speranza.

Nella sola Emilia-Romagna, nel 2022, il Banco Alimentare ha messo un piatto sulla tavola di 128mila persone, distribuendo oltre 10mila tonnellate di cibo. La superficie di stoccaggio del centro logistico imolese è pari a 1.200 metri quadrati. E ce ne sono 800 solo di celle frigo con temperatura positiva e negativa.

Qui una trentina di volontari (ai quali si aggiungono una dozzina di dipendenti tra Imola e Parma) si danno il cambio durante la settimana. E possono contare sul fondamentale aiuto di sei mezzi transpallet e di due carrelli elevatori, oltre che su tre furgoni che, come le celle frigo, hanno temperatura positiva e negativa.

Il deposito di Zello, con gli scaffali che arrivano fino al soffitto, in questo periodo dell’anno non è però così pieno come ci si potrebbe immaginare.

Il motivo? Si fa spazio in vista della Colletta alimentare di domani. Qui, in serata, verranno accatastate migliaia di scatole piene di cibo. Per intenderci: tra verdure, tonno, olio, legumi e altro un anno fa vennero raccolti quasi 28mila chili di prodotti solo tra Imola e circondario grazie al lavoro di 730 volontari che, durante tutta la giornata, si sono dati il cambio in una quarantina di supermercati della zona. Un dato che, moltiplicato a livello regionale, vuol dire quasi 800mila chili di cibo raccolti nella sola giornata della Colletta alimentare in 1.100 punti vendita sparsi in tutta l’Emilia-Romagna e presidiati da più di 14mila volontari.

"Distribuiamo tutto entro Natale – racconta Gianluca Benini, direttore del Banco Alimentare Emilia-Romagna, operativo nella sede di Imola –. Fino a qualche tempo fa, il cibo che arrivava dalla giornata della Colletta alimentare rappresentava l’8 per cento del totale raccolto durante l’anno. Ora questa quota è scesa, ma per fortuna solo perché nel frattempo sono cresciute anche le donazioni negli altri periodi. La povertà aumenta, e siamo ben contenti di proporre questo gesto di gratuità a chi ha più bisogno. È un’azione che fa bene a chi la riceve, ma anche a chi la compie".