
Bologna, 21 marzo 2025 – Sfiora i 300 milioni di euro, tra patrimonio mobiliare e immobiliare, l’ammontare della confisca disposta dal tribunale di Napoli nei confronti di un imprenditore campano legato alla camorra e operativo anche nelle province di Bologna e Ravenna.
Indagini del tribunale di Napoli
Il provvedimento nasce da indagini condotte dai nuclei di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Napoli e Bologna, in collaborazione con il servizio centrale investigazione criminalità organizzata, nei confronti dell’imprenditore che secondo quanto accertato dalle Fiamme gialle ha portato avanti, per un lunghissimo arco temporale, “operazioni di riciclaggio e di fittizia intestazione di beni (condotta, quest’ultima, accertata con sentenza di condanna definitiva)”.

Collusione con la camorra
Dalle indagini svolte, corroborate dalle concordi dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, è emerso come l’imprenditore abbia “agito in sinergia con esponenti di spicco di diversi clan camorristici (Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto), in plurimi settori commerciali (primo fra tutti quello degli investimenti immobiliari) e in varie regioni d’Italia (Emilia-Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise)”, ricostruiscono dalla Finanza.
Tributi non corrisposti
Secondo quanto riferito dalle Fiamme gialle, è stata accertata, inoltre, una “sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie, e una palese sproporzione tra i redditi ufficiali del proposto e del suo nucleo familiare e i beni posseduti”.
Dettagli della confisca
Su queste basi, il tribunale di Napoli ha disposto la confisca di primo grado di 18 società, nove auto, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso. Il tutto per un valore di oltre 294 milioni di euro.