Imola, scene di ordinaria follia. Botte e sangue al pronto soccorso

Un giovane ha aggredito i sanitari per impedire che la sua ragazza fosse sottoposta a Tso. I sindacati: "Basta, serve l’esercito. Non è sufficiente una guardia giurata dalle 18 alle 2".

Imola, scene di ordinaria follia. Botte e sangue al pronto soccorso

Ecco come si presentava il pronto soccorso di Imola dopo l’aggressione

di Nicoletta Tempera

IMOLA (Bologna)

Non voleva che la fidanzata fosse sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio. E ha aggredito infermieri e medici del pronto soccorso, che sono riusciti a sottrarsi alla furia del ventisettenne solo chiudendolo in un ambulatorio. Che il ragazzo ha distrutto, brandendo l’asta di una flebo. Una scena di ordinaria follia verificatasi ieri poco dopo le 7 al Santa Maria della Scaletta di Imola, conclusa solo con l’arrivo della polizia, che ha arrestato l’aggressore per lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Quattro agenti ci sono voluti per bloccare il giovane, già noto per i suoi precedenti per minacce e maltrattamenti in famiglia e con alle spalle problemi psichiatrici e di dipendenze. Stando a quanto ricostruito dagli agenti del commissariato di Imola, il ragazzo era stato convinto dalla fidanzata ad andare in ospedale, dopo una violenta lite tra i due, sfociata nella minaccia di lui di togliersi la vita. Al pronto soccorso sono stati sottoposti a consulto psichiatrico in due stanze diverse. Quando lui ha sentito che la ventiquattrenne sarebbe stata trattenuta per un Tso, si è staccato le flebo, schizzando di sangue medici e pareti, ed è corso nell’ambulatorio vicino, per impedire che la ragazza fosse ricoverata. E qui ha picchiato i sanitari intervenuti (tre quelli che si sono fatti refertare), creando il panico.

Una vicenda "inaccettabile", per il sindaco di Imola, Marco Panieri, che ha espresso solidarietà al personale sanitario "costretto ad affrontare atti di violenza che ne mettono a rischio l’incolumità mentre è impegnato a garantire cure". Stefano Franceschelli, segretario Cisl Fp esprime preoccupazione "per l’escalation di violenza nelle strutture sanitarie. Non è possibile che persone già note per aggressività possano accedere liberamente al pronto soccorso, mettendo a repentaglio la sicurezza dei sanitari". "Un’ altra pagina nera della sanità in Emilia-Romagna – dice Alfredo Sepe della Fials –. La Regione ad oggi non accenna a varare un piano di assunzione straordinaria per i pronto soccorso: chiediamo l’esercito davanti ai pronto soccorso". Per Marcello Borghetti della Uil, infine, "una guardia giurata dalle 18 alle 2 di notte serve a poco, la presenza deve essere garantita h24: anche ieri mattina il personale ha dovuto fronteggiare da solo l’esagitato in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine". Forze dell’ordine che, come spiega Tonino Guglielmi del Sap, "danno il massimo, ma al commissariato di Imola ci sono solo 56 uomini, una sola volante sul territorio: numeri che non bastano a sopperire alle esigenze di sicurezza". Dello stesso avviso, sulle carenze d’organico, anche il Siulp, "ma sulle aggressioni alle helping professions è emergenza nazionale".