Bologna, 27 novembre 2023 - «L'ufficio immigrazione è il front-office dello Stato, ci hanno a che fare persone che vengono da diversi Paesi, mondi e culture e non possono vedere il volto truce dello Stato, devono vedere quello buono».
Sono le parole del nuovo questore Antonio Sbordone che stamattina ha incontrato la stampa dopo aver visitato la sede dell'Ufficio immigrazione in via Bovi Campeggi. Sbordone ha fatto il punto sui vari impegni della Questura sul tema dell'immigrazione: più organico per gestire le pratiche, l'accoglienza e una maggior velocità nella gestione delle procedure. Il tutto mantenendo fede al principio per cui serietà, rigore e velocità non devono fare venir meno l'impegno di empatia con le persone.
«È il primo ufficio che ho voluto visitare perché ritengo sia in prima linea e sottoposto a una pressione particolare - sottolinea - anche per le critiche che vengono rivolte. È evidente che le cose potrebbero migliorare e io voglio dire che ci sforzeremo di farle migliorare». Il nuovo questore ha poi ricordato l'importanza dell'atteggiamento degli agenti. «Ho detto al personale che devono essere seri e rigorosi, ma devono essere gentili - afferma - perché ritengo che da questo connubio nasca il valore della Polizia».
Sbordone ha poi ricordato che, oltre al tema dell'accoglienza, l'Ufficio immigrazione si occupa anche della parte repressiva relativamente alle espulsioni: «I migranti - continua - che arrivano in Italia e delinquono sono comunque tanti, questo è un dato che non ha alcun colore e alcuna valutazione di nessun tipo, politico o ideologico. C'è una manodopera dedita allo spaccio di stupefacenti e anche ad altri tipi di reati. Naturalmente quando riusciamo a individuarli e fermarli e sono clandestini, abbiamo il dovere di fare tutto per espellerli».
Sbordone ha concluso parlando dell'importante tema della coesione sociale: «Credo sia uno degli elementi fondamentali nelle strategie della sicurezza - le sue parole - perché senza coesione sociale possiamo fare quanti arresti vogliamo, ma avremo sempre una città poco sicura e in cui comunque la gente si sente poco sicura e poco serena».