Il vortice colorato di Beatrice Alemagna

Apre la mostra monografica a Palazzo Paltroni dedicata alla grande illustratrice: "Uso il fluo per dare forza al punto d’interesse"

Il vortice colorato di Beatrice Alemagna

Il vortice colorato di Beatrice Alemagna

Fino al 26 aprile a Palazzo Paltroni, sede della Fondazione del Monte, si potrà entrare nel mondo illustrato di Beatrice Alemagna, un tesoro di segni, personaggi, colori, storie e anche manufatti. ’Le cose preziose. L’ostinata ricerca di Beatrice Alemagna’ è la monografica dedicata alla grande autrice italiana di picture book, originaria di Bologna, dove è nata nel 1973, ma lontana dalla sua città perché vive a Parigi e respira ‘air’ francese da oltre vent’anni. E si vede. Nell’attitudine così ‘fille parisienne’, elegante e per nulla classica italiana e nella sua narrazione illustrata amante anche di una certa audacia, fatto che ha dimostrato sin dai tempi del ’Meraviglioso Cicciapelliccia’, storia piena di piccoli particolari e dettagli da scoprire con famelica curiosità e con quel rosa fluò che fa la sua comparsa, attrae, affascina lo sguardo.

"Ebbi l’idea di mettere il colore fluorescente nel libro con un po’ di paura di andare sul kitsch, sul pacchiano – racconta – poi con fierezza riconosco che si tratta di una cosa che altri illustratori hanno ripreso, e forse avere osato, nel 2014, mi ha portato fortuna e ha dato un di più al libro". Il fluo ritorna anche in ‘Un grande giorno di niente’ "per sottolineare il punto d’interesse principale e creare contrasto, cosa che mi interessa molto". E, tra l’altro, è da qualche anno la tendenza in crescita dell’illustrazione contemporanea mondiale, come si nota anche in fiera.

La mostra è curata d Hamelin, l’associazione che per anni ha curato il festival BilBolBul e i suoi fondatori, Emilio Varrà, Ilaria Tontardini e Giordana Piccinini, hanno avuto la possibilità preziosissima di entrare nello studio di Beatrice Alemagna e con lei scegliere 200 opere che ne ripercorrono l’intera carriera. Hanno recuperato bellissimi materiali inediti, schizzi, bozzetti, grandi disegni e taccuini che raccontano il flusso creativo e che permettono anche al visitatore un tour speciale al suo laboratorio e nel suo mondo, dove l’infanzia viene osservata e poi rappresentata con grande sensibilità.

In occasione della mostra esce anche per Topi Pittori ’Alfabeto Alemagna’, libro diviso in 22 voci, dalla A di Animali alla I di Identità alla T di Teatro. "Nei miei lavori non c’è molta Italia – racconta ancora l’autrice che a Bologna ha la sua famiglia – e credo che sia perché ho sempre pensato di dovermi allontanare dal mio retroterra culturale e quindi andare altrove, andare a cercare in un immaginario che non è quello della mia infanzia ma è quello della mia vita adulta". Tra le prossime avventure artistiche, Alemagna annuncia il desiderio di iniziare a sperimentare con la tridimensionalità, cosa che ha sempre fatto, anche con manufatti che si vedono in mostra, ma mai in maniera ufficiale e con l’animazione.

Benedetta Cucci