REDAZIONE BOLOGNA

"Il Social Business è il futuro" La ricetta di Fondazione Yunus

Le imprese e le istituzioni in campo per la causa. Galletti (Emil Banca): "Faremo un fondo per l’innovazione"

"Il Social Business è il futuro"  La ricetta di Fondazione Yunus

"Il Social Business è il futuro" La ricetta di Fondazione Yunus

La prima giornata italiana del Social Business, promossa da Fondazione Yunus Italia, riempie Mug - Magazzini Generativi di Emil Banca, coinvolgendo volti accademici, politici e rappresentanti del mondo imprenditoriale e bancario, che corrono verso un unico obiettivo: creare un mondo a tre zeri, azzerando disoccupazione, povertà e inquinamento. Alla base, deve esserci il concetto di business sociale. "In Italia abbiamo i nostri principi di sussidiarietà – spiega il viceministro Galeazzo Bignami –. Il tentativo di realizzare nel bene pubblico il bene complessivo che ci vede impegnati è una difficoltà da realizzare. Ma non c’è bisogno di una legge per cercare di seguire e di realizzare quel bene pubblico, che è oggi una delle priorità". L’edizione pilota si interroga su come affrontare le chiamate delle sfide sociali del presente, per garantire un futuro migliore, anche attraverso alcuni panel moderati da Valerio Baroncini, vicedirettore del Carlino e dal capocronista Andrea Zanchi. "Non abbiamo più tempo per rispondere alle sfide sociali, perché attorno a noi vediamo il senso di urgenza e di necessità" spiega Giuseppe Torluccio, vicepresidente di Fondazione Yunus Italia. Marco Marcatili, segretario generale della Fondazione, ha invece chiarito che "le sfide sociali non possono più essere demandate al terzo settore, ma è necessario che se ne occupino le istituzioni, le banche, le imprese".

Per rendere possibile questo sviluppo, le nuove generazioni devono essere integrate, perché "i giovani mettono in campo delle competenze indispensabili come la sensibilità all’ambiente e quelle digitali", afferma Cristina Ceretti, delegata alla sussidiarietà circolare del Comune. In questo percorso, anche le banche devono avere una visione indirizzata all’intera comunità sociale. "Fare Social Business è la nostra missione e possiamo farlo a Bologna – evidenzia Gian Luca Galletti, presidente di Emil Banca –. Vogliamo costituire un fondo? Se le altre imprese ci stanno, Emil Banca c’è. Facciamo il primo fondo Yunus a Bologna per l’innovazione sociale e vediamo come funziona. Dobbiamo apportare qualche correttivo all’economia. Il libero mercato ci deve condurre nella nuova economia, con qualche modifica, perché dei danni ci sono stati, dall’ambiente all’indebolimento dei corpi intermedi. Il modello delle banche di credito cooperativo mette al centro le persone, attraverso la sussidiarietà".

È d’accordo il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini: "Ora si riscopre l’Europa dei diritti e dell’economia sociale, e le cooperative si sentono protagoniste – dice –. C’è spazio per quelle esperienze che traducono e portano avanti questa nuova modalità. Ci assumiamo a pieno la responsabilità di uno sviluppo diverso. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio sociale, economico e ambientale, che richiede uno sforzo comune, e Confcooperative sosterrà questo lavoro, correggendo quei fenomeni che escludono". È necessario osservare la popolazione cittadina, come mostra Daniele Ravaglia, vicepresidente di Confcooperative Terre d’Emilia. "Il 45% teme di non arrivare alla fine del mese con lo stipendio e il 18% risparmia in sanità – sottolinea –. La città sembra benestante, ma una parte della popolazione non lo è. Abbiamo approfondito il tema della casa. Stavamo rischiando di emarginare la fascia grigia". "È necessario cooperare e avere un’idea industriale dello sviluppo – conclude il sindaco Matteo Lepore –. Se vogliamo fare la differenza, diamo risposte di fattore sociale. In attesa che la politica nazionale risponda, la città lavora con il modello cooperativo". Infine, il ruolo delle nuove tecnologie, evidenziato dal filosofo e docente di Yale, Luciano Floridi: "Il digitale aiuterà a ridurre le diseguaglianze, ma va utilizzato in modo nuovo rispetto ad oggi".

Mariateresa Mastromarino