"A quanto pare, e per fortuna, non basta chiamarlo modello Guazzaloca". Il commento di Grazia, figlia del compianto sindaco che fece la storia battendo la Ditta in casa sua (l’unico finora a riuscirci), ieri sui social ha scavato un solco pro futuro. Eh no, evidentemente non bastava, e già in estate Enrico Biscaglia, celebre ‘uomo-macchina’ del Guazza 25 anni fa e oggi tra gli architetti politici della candidatura di Elena Ugolini, in un’intervista al Carlino avvertì tutti con un "guai a peccare troppo di nostalgia: non c’è un modello Guazzaloca, si dovrà costruire un ‘modello Ugolini’. I tempi sono totalmente diversi".
Non ce l’ha fatta a costruirlo quel modello la preside del Malpighi, che pure con tanta generosità si è spesa in una campagna elettorale dalle alture molto impervie. Non è bastato, e prima delle analisi dei politologi c’è il pomeriggio di ieri, a Palazzo Isolani in piazza Santo Stefano, un comitato elettorale con tanti giornalisti e pochi esponenti delle liste. Zero politici, non si è palesato infatti nessun esponente della coalizione FdI-Lega-Forza Italia. Nei saloni affrescati e freddi, troneggia un maxischermo con il sito ‘Eligendo’ del Viminale fisso sull’affluenza e qua e là spunta qualche schermo dei laptop, aperti per le dirette delle tv nazionali. Clima mesto sin dall’inizio, Elena Ugolini arriverà "tardi" dicono i suoi portavoce, la forbice del distacco di un nuovo exit poll della Rai si allarga fino a un +16% per Michele de Pascale. Un distacco che verrà confermato anche a sera, quando il sindaco di Ravenna sarà definitivamente dichiarato vincitore – esito già palese a metà pomeriggio – con il 56,77% contro il 40,07% a livello regionale. Sulla città il fossato si è allargato addirittura con un 63,60% a 31,89%, un doppiaggio che ha il sapore del trionfo. Tornando a ieri pomeriggio, alle 17 scarse, a presentarsi dentro al comitato elettorale di Palazzo Isolani sono soltanto alcuni candidati consiglieri della civica di Ugolini sotto le torri. Cristina Baldazzi e MartinoPioggia (presidente di un comitato degli alluvionati della Bassa Valle dell’Idice) non si sottraggono alle domande dei cronisti di tv, agenzie e giornali. "Triste che un candidato su due a non vada a votare, e bisogna chiedersi chi è che gli ha fatto passare la voglia di esprimere una preferenza", dichiara Baldazzi con un velo di delusione. Per Pioggia, invece, si è "verificato che dove c’è stata l’alluvione c’è stato un aumento dell’affluenza, è probabile che gli alluvionati abbiano deciso di dimostrare che questa politica a loro non va bene". Un pizzico di delusione anche per Daniele Corticelli, guazzalochiano vero: "Evidentemente, vista l’affluenza così bassa, non siamo riusciti come classe politica complessivamente a convincere gli elettori a esprimere una preferenza – spiega il candidato civico –. L’unico dato positivo è il buon risultato della nostra lista civica a livello regionale, da lì dobbiamo ripartire, anche su Bologna".
Ugolini arriva alle 18 calorosamente applaudita dai suoi, con lei finisce sul palco un gruppo di candidati civici. E’ partita puramente civica, ha chiuso allo stesso modo, con il sorriso sulle labbra. E alla domanda se quella di Bologna è una vittoria anche di Lepore, lei non si scompone. "Sul fatto che Bologna decida di votare e dar fiducia a de Pascale e questo sia un messaggio positivo nei confronti di Lepore, accetto il giudizio dei cittadini – afferma prima di scivolare via nei saloni più caldi, forse, di Palazzo Isolani, dai quali risuonano dei brindisi con entusiasmi da congrega di amici –. Vorrei che la mia città fosse sicura, in cui chi fa il sindaco e vicesindaco si mettesse dalla parte dei cittadini, tutti, non solo di una parte. Mi candiderò a sindaco di Bologna? In questo momento non ci penso proprio".