di Donatella Barbetta
I Cau tornano protagonisti della sanità. Ai centri di assistenza in urgenza, dove saranno accolti i codici bianchi e verdi per ridare ossigeno all’attività dei Pronto soccorso, sarà dedicata la prossima riunione della Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana in programma tra due settimane, il 21.
L’Ausl presenterà così la riorganizzazione dell’emergenza urgenza dopo che l’incontro del 3 agosto era slittato perché il documento era "ancora oggetto di ulteriori riflessioni e approfondimenti", come aveva scritto lo scorso mese Erika Ferranti, vicepresidente della Ctssm, ai partecipanti.
L’INCONTRO SUI CAU
"Ci siamo presi tempo per elaborare un progetto che affronterà i problemi del Pronto soccorso, legati in particolare alla pressione in cui si trovano gli operatori, ci sono primari che coprono i turni e non possiamo andare avanti così", precisa Luca Rizzo Nervo, assessore comunale alla Salute, anticipando che ci sarà un incontro con i sindaci e uno con i sindacati.
Quali sono i contenuti del documento? "Gli interventi del 2023 e i primi dell’inizio del nuovo anno: gli aspetti più urgenti da risolvere – risponde Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl – sono i Pronto soccorso di Vergato e Budrio, il primo oggi è aperto solo 12 ore e con la trasformazione in Cau sarà sempre aperto, h24, l’altro manterrà l’orario attuale, ossia sempre aperto, ma ha bisogno di un aiuto subito, altrimenti non si va avanti".
SOS INFERMIERI
Sulla carenza degli infermieri, lo scorso anno dall’Ausl sono usciti in 270, Bordon aggiunge che incontrerà "i sindacati del comparto il 20 per un confronto e per ricordare le azioni che l’Azienda ha messo in campo" e poi anche Pietro Giurdanella, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche. Intanto, prosegue anche la fuga dei medici dai Pronto soccorso, "ma è evidente che noi siamo sempre pronti a cercare altri professionisti, non stiamo fermi. Tuttavia, alcuni abbandonano i Pronto soccorso per andare a fare i medici di medicina generale e del resto anche in quel settore c’è bisogno".
TOUR IN CINA
La Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, promuove un ’ponte’ tra Bologna e la Cina. "Siamo stati scelti dalla Fiaso nazionale e così io – spiega Bordon –, il cardiologo Gianni Casella del Maggiore e il neurochirurgo Diego Mazzantenta dell’Irccs Isnb, domenica partiremo diretti ad Harbin, nel nord est della Cina, dove si sta per inaugurare un ospedale: ci chiedono una collaborazione scientifica per alcune specialità. Sono interessati al nostro modello, alla cardiologia interventistica e alla neurochirurgia, tra l’altro noi siamo anche sede di trauma center, ed è possibile che firmeremo un protocollo per far venire da noi alcuni medici cinesi". La delegazione bolognese resterà nel Paese asiatico una settimana, "a spese dei cinesi", puntualizza il manager, e prima di rientrare farà tappa anche a Wuxi, città vicino a Shanghai.
AUTOMEDICHE
Campanello d’allarme sotto le Due Torri per il rischio di tagli alle automediche a partire da ottobre. Secondo Snami, che si rivolge al sindaco Matteo Lepore e all’assessore Rizzo Nervo, sono "sempre più pressanti le voci sulla volontà dell’Ausl di chiudere nell’orario notturno una delle due sole automediche 118 operanti nell’area del Comune di Bologna. Automediche che tuttavia coprono un territorio vastissimo: da Ozzano a Pianoro, a Zola Predosa".