Minore uso di cellulari e internet per i più piccoli: scende in campo il Comune di San Lazzaro con una serie di proposte. Ne abbiamo parlato con il primo cittadino, Marilena Pillati.
Sindaco da dove nasce l’idea del progetto?
"Secondo Save the Children il 78,3% dei bambini tra gli 11 e i 13 anni si collega ad internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso uno smartphone. Negli ultimi anni l’età media si è abbassata alla fascia d’età tra i 6 e i 10 anni. E gli effetti, purtroppo, possono essere diversi: ci possono essere impatti sul sonno, attacchi d’ansia e tendenza all’isolamento per quelli più grandi. Davanti a questi fenomeni credo che il Comune debba prendere una posizione netta invitando i genitori ad evitare l’uso indiscriminato dello smartphone per i minori di 14 anni e dei social media per quelli con meno di 16. Non si tratta di un divieto calato dall’alto, né di un’imposizione: siamo a favore di un uso consapevole del digitale ma vogliamo avviare un percorso a protezione dei più deboli".
Come si svilupperà il progetto?
"Assieme all’assessore alle Tecnologie civiche, Michele d’Alena, abbiamo pensato di creare un gruppo di lavoro, formato da pedagogisti, psicologi ed esperti, che avrà il compito di consegnare alla città un documento che farà da base all’avvio di una campagna di sensibilizzazione sull’importanza di un uso consapevole degli strumenti digitali per i minori. Una campagna a cui vorremmo partecipassero anche le scuole e le associazioni. Un primo appuntamento è già in programma per mercoledì 6 novembre in Mediateca grazie alla collaborazione con la Fondazione Carolina, nel corso del quale si parlerà del tema del cyberbullismo, spesso correlato all’utilizzo distorto dei social. L’obiettivo, più in generale, è quello di arrivare ad avere delle linee guida chiare ed efficaci che possano indirizzare i genitori e scoraggiare un loro utilizzo indiscriminato.
Che ruolo avrà il Comune? "Un ruolo attivo. Abbiamo il dovere di indicare una direzione educativa per i più piccoli, ma anche per i loro genitori e per tutte le nostre comunità, che incoraggi la socializzazione. Per questo, oltre all’avvio della campagna di comunicazione, organizzeremo incontri fuori e dentro le scuole dove si potranno ascoltare testimonianze di esperti, ragazzi ed educatori. L’idea è di affiggere i cartelli che incoraggino ad una maggior socialità: non saranno delle ‘no smartphone zone’ quanto piuttosto delle vere e proprie ‘zone di comunità’ per uscire da quell’isolamento che il mondo digitale ci spinge a vivere".
Zoe Pederzini