REDAZIONE BOLOGNA

’Il Piccolo Principe’ ci fa tornare poeti

Al Celebrazioni da stasera la storia più amata di sempre. Uno spettacolo tra prosa,. musical e nouveau cirque.

’Il Piccolo Principe’ ci fa tornare poeti

"Era già da un po’ di tempo che avevo in mente l’idea di portare in scena ’Il Piccolo Principe’ – racconta il regista Stefano Genovese – , è una storia che nella sua semplicità riesce a comunicare valori imprescindibili, in cui grandi e piccini si possono riconoscere. L’incontro fortuito con il produttore Antonio Murciano ha permesso di concretizzarla e di realizzare uno spettacolo che spero possa divertire, commuovere e far riflettere. Finora abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte del pubblico – precisa molto soddisfatto –, sono grato e orgoglioso per questo e il merito è anche e soprattutto dei miei compagni di viaggio, dagli attori alle maestranze coinvolte. Spero che anche a Bologna lo spettacolo possa fare breccia nel cuore della gente, non vediamo l’ora". E Bologna è pronta a tuffarsi nella storia più letta e amata di tutti i tempi di cui ognuno ricorda almeno a frase che porta con sè per sempre. Da stasera a domenica infatti al Teatro Celebrazioni va in scena ’Il Piccolo Principe’ di Antoine de Saint-Exupéry, con Alessandro StefanelliGabriele Tonti (il principe), Davide Paciolla (l’aviatore), Adele Tirante (la rosa), Matteo Prosperi (reprim’attoregeografo), Giulio Lanfranco (uomo d’affariubriacone), Vittorio Catelli (lampionaio) e Ludovico Cinalli (la volpe). Le scene – elemento fondamentale per portarci nel mondo di poesia di Saint-Exupéry – sono di Carmelo Giammello, direzione e arrangiamenti musicali Paolo Silvestri, costumi Guido Fiorato e disegno luci di Giovanni Pinna.

Lo show, firmato Razmataz Live, è una rappresentazione unica nel suo genere, adatta a tutte le età, che si sviluppa attraverso gli innumerevoli linguaggi offerti dalla performance: la narrazione, la musica, il canto e la scenografia. In equilibrio tra prosa, musical, nouveau cirque e installazione, ogni significato, ogni personaggio, ogni snodo della vicenda attingono al codice più adatto ad arrivare allo spettatore. "Ogni scena è pensata per non fermarsi agli occhi o alle orecchie o all’olfatto – precisa Genovese –: quelli sono solo porte sensoriali per arrivare alla

destinazione finale: il cuore di ogni spettatore".